“Le sparse membra di Céline”
Il tempo per un’unica e sola lotta
Nell’ora in cui la miseranda situazione della letteratura francese ci costringe alla lunga marcia, solitari al fianco di altri solitari, sino alla fine, non per volerla ricostituire ma anzi contro essa, non imitiamo Céline, logorandoci sterilmente nell’impadronirci di una tale maestria.
Ascoltiamo Céline. Compromettiamoci senza mai rompere il nostri legami con la vita. Perché questo è il tempo per un’unica e sola lotta. La lotta della parola significante contro le parole, della volontà d’integrazione contro la potenza della disintegrazione, e qui sta il mistero supremo di Orfeo straziato dalle donne trace che sono le parole lasciate a loro stesse.
In Francia, siamo in territorio nemico. Noi saremo sempre e dappertutto in territorio nemico.
Sono cinque anni, che morì Céline il quale pareva, nel suo profondo, dimesso, agente e vittima di questo tempo di tutte le abolizioni.
Contro tutte le difficoltà, contro tutti i sistemi e i monopoli, Céline non ha mai cessato di mettere in gioco la sua opera. Ha perso la testa, al punto tale che nessuno lo può rivendicare come proprio. Attreverso la sua ordalia, egli ha creato la sua luce, e lui sa.
Allora gli scrittori che non vogliano sottomettersi alle parole d’ordine, alle macchinazioni della critica ufficiale, che lotteranno contro le leggi e la vile dittatura delle mode, che dimostreranno con la loro opera vivente, con la provocazione delle loro vite - contro i traditori incoscienti e i falsi testimoni di professione, contro la razza degli spiriti prostrati - costoro raggiungeranno le sparse membra di Céline, deposte nella terra il 1° luglio 1961, in questo deserto dei Tartari dove monta la guardia contro chi non giungerà mai. Lavoreranno così anche per l’aldilà della Rivoluzione, organizzando la strategia dell’Apocalisse in termini di vittoria.
Perché i tempi cambiano, e sono i tempi del Grande Cambiamento, quelli ora prossimi.
Fare chiarezza, cambiare tutto.
Fare chiarezza.
Céline l’ha fatta.
Dominique de Roux (1935-1977), 8 agosto 1966. Traduzione Andrea Lombardi.
Il tempo per un’unica e sola lotta
Nell’ora in cui la miseranda situazione della letteratura francese ci costringe alla lunga marcia, solitari al fianco di altri solitari, sino alla fine, non per volerla ricostituire ma anzi contro essa, non imitiamo Céline, logorandoci sterilmente nell’impadronirci di una tale maestria.
Ascoltiamo Céline. Compromettiamoci senza mai rompere il nostri legami con la vita. Perché questo è il tempo per un’unica e sola lotta. La lotta della parola significante contro le parole, della volontà d’integrazione contro la potenza della disintegrazione, e qui sta il mistero supremo di Orfeo straziato dalle donne trace che sono le parole lasciate a loro stesse.
In Francia, siamo in territorio nemico. Noi saremo sempre e dappertutto in territorio nemico.
Sono cinque anni, che morì Céline il quale pareva, nel suo profondo, dimesso, agente e vittima di questo tempo di tutte le abolizioni.
Contro tutte le difficoltà, contro tutti i sistemi e i monopoli, Céline non ha mai cessato di mettere in gioco la sua opera. Ha perso la testa, al punto tale che nessuno lo può rivendicare come proprio. Attreverso la sua ordalia, egli ha creato la sua luce, e lui sa.
Allora gli scrittori che non vogliano sottomettersi alle parole d’ordine, alle macchinazioni della critica ufficiale, che lotteranno contro le leggi e la vile dittatura delle mode, che dimostreranno con la loro opera vivente, con la provocazione delle loro vite - contro i traditori incoscienti e i falsi testimoni di professione, contro la razza degli spiriti prostrati - costoro raggiungeranno le sparse membra di Céline, deposte nella terra il 1° luglio 1961, in questo deserto dei Tartari dove monta la guardia contro chi non giungerà mai. Lavoreranno così anche per l’aldilà della Rivoluzione, organizzando la strategia dell’Apocalisse in termini di vittoria.
Perché i tempi cambiano, e sono i tempi del Grande Cambiamento, quelli ora prossimi.
Fare chiarezza, cambiare tutto.
Fare chiarezza.
Céline l’ha fatta.
Dominique de Roux (1935-1977), 8 agosto 1966. Traduzione Andrea Lombardi.
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