domenica 18 gennaio 2009

Inedito di Céline: Le onde...


Da Libero
Mario Bernardi Guardi

Pubblicato il giorno: 02/01/09

Nell’aprile del 1917, quando lascia l’Africa per ritornare in Francia, il ventitreenne Louis-Ferdinand Destouches non è ancora Céline. Perché venga fuori quel nom de plume - scelto come omaggio alla memoria della nonna materna Céline Guillou e destinato a diventare celeberrimo - dovranno passare quindici anni. Sarà infatti nel 1932 che Louis- Ferdinand, medico e scrittore, tirerà fuori dalle sue memorie, dalle sue allucinazioni e dalle sue viscere, il romanzo Viaggio al termine della notte che è come dire il Novecento e i suoi inferni impastati in un francese di geniale sregolatezza. E firmati Céline. Non è ancora Céline il Destouches del ’17, ma ci tiene a spezzare il suo cognome troppo borghese firmandosi des Touches, con la particella nobiliare che gli deriva dagli antenati,originari di Cotentin, sulla Manica. Una piccola vanità a sigillo degli scritti di quel periodo, come provano questi inediti - un breve racconto e due lettere - che pubblicati da Gallimard nei Cahiers Céline (1978) vengono ora proposti ai lettori italiani (Le onde, a cura di Anna Rizzello, Edizioni Via del Vento - via Vitoni 14, 51100 Pistoia - pp. 35, euro 4). Esperienze di guerra Ma se non è Céline, chi è il giovane des Touches del ’17? Figlio unico di una coppia piccolo-borghese, babbo impiegato e mamma merlettaia che stravedono per lui, Louis-Ferdinand è un ragazzone alto un metro e ottanta, che, dopo essersi arruolato nel 12° Reggimento di corazzieri di stanza a Rambouillet

sabato 3 gennaio 2009

Robert Poulet, Il mio Céline



Vi presento il replicante di Céline, di Giovanni Raboni

Robert Poulet: "Il mio Céline", editore Sestante

Gli ammiratori di Céline (ormai tanto numerosi, sia detto fra parentesi, che chi lo e' da sempre resiste con qualche fatica alla snobistica tentazione di chiamarsi fuori, di rifiutare l' intruppamento) farebbero bene a non lasciarsi sfuggire un libretto appena pubblicato da un piccolo e assai vivace editore marchigiano, Sestante. Si tratta di Il mio Céline, prima traduzione italiana di un libro di Robert Poulet, uscito a Parigi nel 1958, ossia quando la "riabilitazione" dell' autore del "Viaggio al termine della notte" era appena agli inizi. Come racconta il curatore Massimo Raffaeli nella sua nota introduttiva, questo Poulet era un curioso personaggio, una specie di minicontrofigura di Céline: anche lui volontario nel ' 14, anche lui, negli anni Trenta, narratore della scuderia Denoel, anche lui, dopo la Liberazione, condannato a morte per collaborazionismo e successivamente amnistiato... Tutto questo (ma anche, indubbiamente, un buon talento letterario, che non so, non avendoli mai letti, fino a che punto abbia messo a profitto nei suoi romanzi) sembra averlo dotato di una sorprendente capacita' di mimesi dei modi stilistici ce' liniani, limitata peraltro e per fortuna ai momenti in cui Poulet interrompe le sue descrizioni e considerazioni per dare la parola allo stesso Céline. Ne risulta un Céline al quadrato, parlato e al tempo stesso scritto, un Céline dal vivo che tuttavia e' anche un Céline ricostruito, un personaggio da Museo Grévin. E si aggiunga, a render singolare e suggestivo il libretto (per il resto inevitabilmente superato, sia sul piano critico che su quello biografico, dagli studi usciti nel decenni successivi), l' evidente passione traduttoria di Raffaeli, in gara non solo con Céline e con il suo magnetofono vivente, ma anche con il piu' prolifico e iperbolico dei traduttori italiani di Cé line, Giuseppe Guglielmi, al quale il lavoro e' , non a caso, dedicato.

Pagina 24 (13 febbraio 1994) - Corriere della Sera

venerdì 2 gennaio 2009

Colloqui con il Professor Y a teatro a Parigi



Ricevo e pubblico ben volentieri:

Colloqui con il Professor Y a teatro a Parigi

1955, Louis Ferdinand Céline imagine son impossible « interviouve » qui glisse doucement vers le délire.
Une réflexion rare, drôle et profonde sur l’écriture, le marché, la guerre, l’argot, les gens...
Entretiens avec le Professeur Y. par la Chromos compagnie
Version scénique / Céline : Julien Bal
Le professeur Y. : Sébastien Durand
Espace / construction : Paul Mouchet
Lumières / sons : Térence Meunier
Durée : 1h10

1955, Louis Ferdinand Céline immagina la sua impossibile intervista che scivolerà pian piano nel delirio.
Una riflessione rara, buffa e profonda sulla scrittura, il mercato, la guerra, l'argot, la gente...
Regia / Céline : Julien Bal
Y. : Sébastien Durand
Scenografia : Paul Mouchet