L'opera di Céline in brevi schede bibliografiche, estratti, notizie e interviste.
giovedì 11 dicembre 2008
Louis-Ferdinand Céline sul Corriere...
...ovvero i pigmei (Piperno, De Luca... a che titolo sono chiamati in causa, peraltro? Sono francesisti insigni? Hanno mai compilato saggi importanti su Céline? O sono solo gli "utili idioti" che servivano al Corriere? Eh, che dubbio amletico...) contro il gigante...
La palma d'oro se la merita il Massimo Onofri, che dall'alto delle sue collaborazioni a La Stampa e Diario, e senza una pubblicazione di rilievo su autori stranieri, proclama che Céline è ultimo tra almeno "venti scrittori, suoi coetanei, più significativi di lui". Questa summa di intellettuale, si riduce a fare la Top Twenty degli scrittori? Meglio un chilo di Sartre che una confezione di Camus? Ambedue sono meglio di un pacco di Céline? Venti? Perchè non ventuno? O diciotto?
Ridiamoci sopra, indignarsi sarebbe troppo.
"Céline antisemita? Va pubblicato", di Cristina Taglietti, Corriere della Sera, 10 dicembre 2008, pagina 41.
Grazie a Harm Wulf per la segnalazione.
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7 commenti:
so solo che lui è il numero uno. Il resto sono stronzate
Saltando a piè pari queste coglionerie italiane, un bel libro sulla questione Celine/antisemitismo è quello di Julia Kristeva "Poteri dell'orrore" per Spirali, e un suo pezzo magistrale sempre su Celine lo si trova in un libro fuori catalogo da tempo ma rintracciabile alla libreria Chiari di Firenze
questo è il testo, gli atti di un convegno d'altri tempi su voce e scrittura con tutto il meglio del meglio della gente seria anni '80
http://opac.bncf.firenze.sbn.it/opac/controller.jsp?action=search_bytitolosearch&query_fieldname_1=titolonorm&query_querystring_1=fone&Submit=Cerca
ad maiora
vedo che non ha salvato l'intero link
il libro
Fone : la voce e la traccia
La Casa Usher - 1985
Grazie per il tuo contributo!
Devono essere due studi interessantissimi!
Non c'è dubbio però che dei tre commenti quello di Piperno sia il migliore quello più intelligente.
Infatti contestualizzare la pubblicazione di questo libelli (magari ad opera di qualche editore "serio") e certamente meglio di farli uscire "underground" ad uso e consumo di un determinato ambiente politico estremista ed autoghettizante.
Celine, nel bene o nel male, non meriterebbe orizzonti ristretti-
Grazie per il contributo!
In realtà vista la ferma opposizione dell'ultima moglie di Céline alla ristampa, c'è poco da fare, piccola o grande casa editrice che sia.
Guanda negli anni '80 ci provò e fu prontamente placcata dall'Avv. Gibault.
Secondo me il Corriere sbaglia prospettiva (a partire dal titolo "sparato", come peraltro d'uso nei quotidiani) in partenza.
L'articolo dà infatti per scontato un giudizio sui c.d. pamphlet ormai ampiamente superato dalla critica più recente (e come "recente" intendo proprio "recente", non "revisionista").
Mi sembrano quindi -a livello di critica letteraria, non di "facciamo una domanda all'opinionista"- un pò pressapochistici i vari commenti nell'articolo del Corsera.
Senza contare che, per es., Piperno stesso, a domanda, risponde di aver letto unicamente il Bagatelle (e i "pamphlet" sono 3, 4 con Mea Culpa). Visto che non stiamo parlando di che automobile guidi Baricco, ma affrontando le opere più controverse di uno dei maggiori scrittori del '900, ci si aspetterebbe un pudore maggiore.
Quindi, se la cultura mainstream offre questa faciloneria, alla fine ben vengano i contributi dal ghetto (specie se magari dal ghetto uscivano gli Accame e i De Turris, o per rimanere in Céline e dintorni, i Moreno Marchi).
Cordialmente,
Andrea
senza contare che il "contestualizzare" spesso significa "se lo pubblichiamo "noi" è cultura, se lo fanno gli "altri", no"
inoltre, sarebbe curioso, tanto per cambiare, leggere anche i pamphlet come opere letterarie e basta.
Pensare che i pamphlet siano un manifesto programmatico è l'errore più comune nell'affrontarne la lettura.
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