Brasillach,
Céline e i bombardamenti Alleati contro la Francia e suoi luoghi
d’arte
di Andrea Lombardi
di Andrea Lombardi
Il
6 giugno 1944 gli Alleati sbarcarono in Normandia, scatenando dei
durissimi bombardamenti sulle città normanne. Specialmente colpite
furono le città di Rouen e Caen, con gravissime perdite tra i
civili, la distruzione di numerosi beni architettonici francesi, e
limitati danni invece alle poche forze tedesche dentro le città.
Robert
Brasillach, del quale ricorrono in questi giorni i settanta anni dalla la tragica morte
il 6 febbraio 1945 per esecuzione capitale dopo il "processo alle idee" svoltosi a Fresnes,
commentò su “L’Echo de France” questi fatti, attaccando i
diversi intellettuali francesi, da Valery a Mauriac, i quali,
chiamati in causa sull’argomento dei danni arrecati ai capolavori
d’arte francesi dai bombardamenti Alleati da un inchiesta della
rivista “La Gerbe”i,
avevano preferito defilarsi, dimostrando una certa pavidità anche
perché una loro parola in difesa del patrimonio artistico nazionale
non avrebbe certo “compromesso la loro preziosa indipendenza”. E
Brasillach, in un passo del suo scritto – inedito in italiano –
che riportiamo di seguito, evoca a riprova la risposta alla stessa
inchiesta dell’inclassificabile Célineii.
Sarà questa l’ultima volta che l’autore de Il mio paese mi fa
male citerà Céline; due personalità molto diverse,
inconciliabili prima e durante la Collaborazione, accomunate però
dall’amor di Francia.
“La
prova è data dalla risposta di Céline. In realtà, ammiro
tantissimo quelli che vogliono legare Céline a qualsiasivoglia
partito. L’avventura del Fronte popolare avrebbe dovuto dare di che
riflettere ai lettori superficiali e ai loro cervelli di mosca.
Poiché nel Viaggio al termine della notte vi era una netta
condanna del mondo borghese, allora l’autore fu consacrato da
“L’Humanité” come un Grand’uomo, e le Case della Cultura
l'ammirarono. Questo fino a quando non riportò da Mosca le brevi e
violente parole di Mea Culpa.
Oggi, se fossi nei panni di chi intende incatenare Céline alle
magnifiche profezie de La scuola dei cadaveri, starei in
guardia: tutti sanno che Bardamu è il refrattario totale, che non si
accoda a nessun conformismo, neanche al conformismo
dell’anticonformismo, che dice le sue quattro verità a chi le vuol
capire, e che non baratterà mai con le parole la forza della realtà.
È pienamente convinto che la follia del mondo sia una gran
fregatura, e che abbiamo rigettato ogni valido rimedio volto ad
attenuarne gli effetti. Per questo, quando gli si chiede la sua
opinione sulle distruzioni artistiche in Francia, risponde in tutta
tranquillità che per fermare il massacro [della guerra] darebbe in
cambio tutte le cattedrali del mondo. Ecco qui un’opinione schietta
e sana, che mi sembra pochi abbiano il coraggio di dare. E che prova,
tanto per iniziare, che nessuno ha preteso da Céline delle lacrime
di coccodrillo per le cattedrali di Caen e Rouen. Ma Céline dice ciò
che pensa, e pensa ciò che vuole. I nostri “taciturni”, non
oseranno mai dire che se ne fregano delle cattedrali. Ne vivono,
dell’amore della cattedrali, ne scrivono, e ne fanno professione.
Sì, sono dei professionisti di questo amore, come ci sono
professionisti di altri amori. E sanno bene, e Céline lo sa anche,
beninteso, che la distruzione delle cattedrali o dei palazzi non farà
cessare per questo il massacro. Ma ecco, sembra proprio che anche il
solo disapprovare - timidamente, peraltro - l’inutile distruzione
della Bellezza del mondo, sia dar sostegno alla Germania. […]
(Traduzione
di Andrea Lombardi)
i“Le
élite francesi davanti al saccheggio della Francia”, condotta da
P. Larcher, in “La
Gerbe”,
n. 206, 22 giugno 1944.
iiEcco
il testo integrale della risposta di Céline all’inchiesta
(traduzione di Valeria Ferretti, in Céline ci scrive – Le
lettere di Louis-Ferdinand Céline alla stampa collaborazionista
francese, 1940-1944, Settimo Sigillo, Roma 2011).
Darei
volentieri alle fiamme tutte le cattedrali del mondo se questo
potesse placare la Bestia e far firmare la pace domani. Duemila anni
di preghiere inutili, trovo che sia molto. Un po’ d’azione!
Domani
faremo forse un’architettura di buchi! Niente frecce! Le lezioni
della guerra avranno retto. Con il terrore delle bombe, i nostri
discendenti vivranno probabilmente da Tutti nel tombino. E
così sia!