domenica 11 aprile 2010

Gisy intervista Andrea Lombardi: "Louis-Ferdinand Céline in foto"



Grazie a Gisela Scerman potete leggervi una intervista a memedesimo sul suo blog :-)

Louis Ferdinand Céline in foto, un libro fatto di saggi e interviste inedite in Italia, e niente di meno che una raccolta di fotografie più o meno conosciute e sconosciute, dello stesso Céline. Come mai la scelta di affrontare in maniera piuttosto personale (nel senso di ideazione e realizzazione) un lavoro su di un autore così importante? Cosa ha rappresentato per te Céline, e cosa ti ha suggerito?

Non essendo né un critico letterario né un esperto di letteratura francese, fare un libro di foto era la mia unica chance di pubblicare qualcosa su Céline!

Scherzi a parte (o quasi), l’idea del libro è nata dal blog celine.blogspot.com , da me creato qualche anno fa. Lo stesso blog era nato soltanto come un piccolo spazio personale, tanto per provare la piattaforma blogger… sennonché, senza saperlo, avevo invece riempito un grosso vuoto nell’etere informatico: in effetti non vi era alcun sito specifico in italiano dedicato a Céline, e in breve tempo mi sono trovato circondato da un numero crescente di céliniani italiani che visitavano e sostenevano il sito; ormai sono degli amici veri e propri, e ho avuto anche la fortuna di conoscerne di persona diversi. Così, anche grazie a un céliniano “professionista”, Gilberto Tura, ho sentito la necessità di fare qualcosa che non fosse solo il “copia-incolla” di una biobibliografia di Céline, ma di dare ai “miei” amici e appassionati di Céline qualcosa di diverso, ricordando questo “gigante spezzato” traducendo alcune sue interviste e ricordi di chi lo aveva conosciuto, dalla moglie Lucette Alamnsor, allo scrittore Michel Aymè, dall’ex Ministro di Vichy Abel Bonnard , all’attrice Arletty, al grande scultore Arno Breker, Gen Paul, Rebatet… in massima parte materiale inedito in Italia, prima postato sul blog e quindi pubblicato nel libro “Louis-Ferdinand Céline in foto”, con altri scritti, saggi critico letterari, e una rassegna fotografica comprendente l’infanzia di Céline, la prima guerra mondiale, gli anni del successo del Viaggio al termine della notte e Morte a credito, l’Occupazione, l’esilio in Danimarca e il termine della notte a Meudon…

Céline per me rappresenterà sempre l’emozione di leggere il Viaggio da adolescente, uno dei pochi libri che letti al momento giusto ti cambiano la tua visione della vita.

Per le traduzioni delle varie interviste di Céline e su Céline che non erano mai state pubblicate in Italia; su che criterio ti sei appoggiato per poter fare un buon lavoro, sicuramente di non facile realizzazione?


Il paradosso è che ho studiato francese solo alle medie, mentre traduco molto di più, anche professionalmente – traduco testi di storia militare - dall’inglese! Però per tradurre Céline, devi innanzitutto sentire la sua “petite musique”… anche nella sua lettera più breve, Céline è là; una volta che hai capito la sua “musica”, leggendolo e rileggendolo per anni, il più è fatto.

Ricordiamo che qualche tempo fa, curasti un Pamphlet di inferocite lettere di Céline "al già diventato succubo Sartre" come lui stesso dice...

Questa è stata la mia prima possibilità di cimentarmi, nel mio piccolissimo, con Céline… dell’Agitato in provetta c’era stata già una prima traduzione italiana, (poi ristampata), di difficile reperibilità… la brevità del pamphlet mi aveva incoraggiato a tentare: facemmo un piccolo libretto, con il testo francese e la traduzione a fronte; ricordo le mie risate man mano che traducevo i sempre più pirotecnici insulti di Céline a Sartre, anzi, Tartre!


Céline, discusso, idealizzato, amato, odiato, cosa si sbaglia ancora oggi nell'idea di Céline?

Guarda, in teoria per non sbagliarsi basterebbe leggerlo e basta.

Ultimamente, con quella mancanza di equilibrio tipicamente italiana, dopo che negli ultimi anni, in Italia, si era tornati alla demonizzazione di Céline o al massimo agli ipocriti distinguo, in alcuni recenti saggi si è passati a incensarlo a priori, condonando i lati negativi di Céline, reali o presunti, in nome di un trasporto emotivo, e questo è comprensibile, o di un interesse a portarlo, una volta emendati i suoi difetti, nella propria parte politica; in un caso recente, tanto per cambiare rispetto all’incasellamento di Céline nel milieu della destra radicale, Céline è stato arruolato d’ufficio nel pantheon degli autori comunisti… sulla base attendibilissima di una frase e mezza di Céline, peraltro scritta nel contesto vorticosamente polemico dei pamphlet, ed espunta dall’intero corpo di opere e lettere dello scrittore francese, il quale, peraltro, aveva lucidamente sgomberato il campo da ogni possibile dubbio nel suo discorso di Medan; cito dal “Louis-Ferdinand Céline in foto”:

[…] durante le celebrazioni dell’anniversario della morte di Emile Zola, Céline, il primo ottobre 1934, nel suo discorso di Medan, rifiuta sia la società capitalista sia quella marxista, sconcertando la sinistra francese, che aveva tentato di portare nel suo alveo lo scrittore. Céline, infatti, dichiarò:

Noi siamo giunti alla fine di venti secoli di civilizzazione e, comunque, nessun regime potrebbe resistere a due mesi di verità. Io voglio dire che vedo la società marxista uguale alla nostra borghese ed a quelle fasciste.



Cosa distingue il Céline uomo dal Céline autore se è possibile fare distinzione?

No, non credo si possano fare distinzioni tra il Céline uomo e Céline autore, mentre, ed è lui stesso ad averlo sempre stigmatizzato, il grande errore che si può fare è confondere Bardamu con Céline; molti equivoci sono nati – e parlo della critica, anche grande - considerando il Voyage come un’autobiografia di Céline.

Qual'è il grande insegnamento di Céline? E quanto centra o non c'entra con l'identità nazional-politica?


Il grande insegnamento di Céline è, a mio avviso, quello che si debba continuare a vedere nell’uomo un briciolo di umanità anche quando ci siamo resi già da tempo conto che l’umanità, di umanità ne ha ben poca.

Quindi direi che la politica non c’entra proprio; c’entra l’uomo.

Si continuerà sempre a parlare di Céline e l'antisemitismo? In Bagatelle per un massacro, e La scuola dei cadaveri, attribuisce la rovina della Francia agli ebrei, ma lui stesso dichiara che il solo vero crimine che ha commesso è stato di credere nella salvaguardia della propria nazione, e in ideali sbagliati, ma tutto inizia e finisce nel credere in un ideale, non nel compierne azioni criminose in maniera attiva...

Dovrebbe esser così chiaro che per scannarsi le nazioni e gli eserciti non aspettano certo le tre righe scritte da uno scrittore o dall’altro!

Céline ha avuto il torto imperdonabile di essere un uomo libero, perciò, come scrisse Dominique de Roux, doveva essere distrutto, è stato distrutto, dai suoi “confratelli letterari”. Se si fa parte di una combriccola, di destra, sinistra, bianca rossa o nera tutto si perdona o giustifica; il voler essere liberi, il non cercare appoggi nelle consorterie, mette paura, invidia e gelosia. L’”antisemitismo”, il presunto –anzi inesistente - collaborazionismo di Céline lo hanno reso vulnerabile ai piccoli uomini invidiosi del suo stile, come Sartre.

Perché Bagatelle per un massacro continua ad essere il suo libro più conosciuto, più esemplare, in cui sembra si identifica maggiormente la figura di Céline...

Dai, non sono d’accordo: in realtà il libro più conosciuto rimane il Viaggio; poi va da sé che se tu guardi le stringhe su Google è Bagattelle, ma solo perché, essendo difficilmente reperibile, c’è più gente che lo cerca nelle pieghe spaziotemporali del web!

E spesso, chi vuole vedere Céline solo in Bagattelle, è chi lo vuole incasellare tra i suoi buoni o i suoi cattivi, a seconda della propria bandiera.

Cèline, al contrario di ciò che si pensa trasuda una grande umanità, un grandissimo cuore, soprattutto dalle sue interviste si capisce la differenza tra un uomo e un grande uomo... i timori umani, la tenerezza, ma anche lo schifo e la miseria che può provare per il corpo, per l'invecchiare, per la condizione umana ...ma non solo qui, in Morte a credito dice esplicitamente

« Eccoci qui, ancora soli. C'è un'inerzia in tutto questo, una pesantezza, una tristezza... Fra poco sarò vecchio. E la sarà finita una buona volta. Gente n'è venuta tanta, in camera mia. Tutti han detto qualcosa. Mica m'han detto gran che. Se ne sono andati. Si sono fatti vecchi, miserabili e torbidi, ciascuno in un suo cantuccio di mondo. »


quindi anche molta pietà sulla condizione umana unita al disgusto, condizione che solo persone dotate di una feroce sensibilità possono scorgere.

Infatti non a caso Céline mette sempre, tra l’umanità disperante che popola la società abbietta e calcolatrice di tante sue opere, una o due perle: le Molly o gli Alcide che danno tutto senza chiedere nulla, e appaiono così normali mentre lo fanno.

Non tutti quelli che, come me leggono Céline son antisemiti, così non sempre chi legge Proust è omosessuale... questa è una dichiarazione, di Nicolas Sarkozy, Oggi Céline si legge di più per conoscere la storia, o per goderne la scrittura, o per condividere su degli ideali che forse oggi lui stesso sghignazzerebbe, ma che friggono nei cervelli di parecchia gente... o...?

Povero Sarkò! Temo che Céline non avrebbe una gran stima di lui, comunque bella frase. Se penso alla media dei miei amici céliniani, lo si legge per lo stile; anche perché “lo stile, è tutto!”Il Viaggio, lo leggi per vedere poi la realtà con altri occhi, se lo leggi presto. Céline all’inizio scriveva infatti per i giovani; quando si diventa uomini ormai al 99% si è incurabili.

A tuo parere, un traduttore che ha saputo tenere testa lo scrivere, il sentire di Céline?

Pontiggia nel Bagattelle. Bravissimo. Poi Ferrero, Celati... la traduzione peggiore sembra sia quella di Caproni di Morte a credito.

Sulle traduzioni, almeno per i nostri scrittori più amati, trovo che sia utile leggere uno o due libri in lingua originale: le opere tradotte –sarà lapalissiano- sono scritte da un altro, traduzione riuscita o meno… anzi, magari il rischio è che più è riuscita più è un’altra opera! Fuori di paradosso, questo è un problema quando a tradurre è uno scrittore e non un traduttore professionista; lo scrittore talvolta piega la traduzione secondo la sua sensibilità. Certe volte è un bene; spesso è male.

Il tuo nuovo libro ci offre qualcosa che prima non c'era...almeno in Italia...
Ci sono anche interventi (italiani) inopportuni di qualcuno che sembra non aver proprio colto lo spirito di Céline...

Grandiosi, Piperno e Moresco… visto il mio interesse professionale per la storia, nel “Louis-Ferdinand Céline in foto” volevo usare lo stesso metodo d’approccio che uso nei libri di storia da me scritti o curati: ossia emico, e non etico. Chi tratta di storia non dovrebbe tentare di cavare dagli avvenimenti storici insegnamenti morali (diffidate da chi pensa di insegnare la “Storia” con la “S” maiuscola…), ma dovrebbe solo presentare i fatti; un minimo di interpretazione ci sarà sempre, è inevitabile, ma per quanto possibile si deve dare precedenza ai fatti e ai documenti, non partire dal presupposto che i documenti dovranno provare la mia tesi! Lo stesso ho fatto con Céline; presentando la sua vita, le sue opere, le sue interviste, le fotografie sue e dei personaggi del suo tempo… la mia opinione su Céline, artista e uomo, è solo una filigrana leggera che tiene unite queste parti, come il filo di un aquilone. L’unica parte del libro dove ho accantonato questa linea guida è stato commentando quei due articoli di Piperno e Moresco, così superficiale l’uno, e così artefatto l’altro. Non è questione di pensarla diversamente: è che parlavano di una persona, e di un’opera, conoscendo poco o punto dell’una e dell’altra.

Cosa pensi che direbbe oggi Céline, se potesse guardare il mondo?

Se Céline commentava l’uomo del 1930, già tutto diritti e nessun dovere, come “l’impraticabile buco di culo che si crede Giove allo specchio” e che i proletari vogliono non la riscossa sociale ma poter giocare ai “whiskymilionari” figurati il Grande Fratello del 2010… ti rispondo con le parole di Aymè, uno dei migliori amici di Céline:

Le sue più grandi collere, le ho viste scatenarsi contro tutto ciò che riteneva conducente all’abbruttirsi dell’uomo, all’abbandono di se stesso: l’alcol, gli stupefacenti, l’abbuffarsi di cibo scadente, la sessualità sfrenata, il lusso, la miseria, le false barriere, la religione (ai suoi occhi, sembrava che i peccati contro la Chiesa, avvallassero i peccati contro l’uomo), le ipocrisie sociali e mondane che, sotto una copertura d’onestà, favorivano lo scatenarsi delle cattive intenzioni. No, non era la nausea che invadeva Céline allo spettacolo di una società accanita a distruggersi in ciascuno dei suoi individui. Era un odio robusto, potente l’odio di un nemico contro il quale non si sentiva totalmente disarmato per nulla, lui che aveva avuto la volontà di disciplinarsi e che pensava di fare un’opera meritoria nello spingere il naso di chiunque nella sua propria lordura.

…e ti ringrazio per la chiacchierata, salutando gli amici céliniani in giro per il web!
Se invece volete sentire la mia affascinante voce :-), cliccare qui per sentire un'intervista a Federico Zamboni su RadioAlzoZero!

17 commenti:

Meridiano ha detto...

splendida intervista, ottimo duetto. Finalmente parole non banali in riferimento al nostro

lazard ha detto...

bella intervista, sincera aperta e intelligente.
bravi entrambi

Gisy ha detto...

Grazie a chi si occupa ancora della verità --<<-@

guignol ha detto...

"Guarda, in teoria per non sbagliarsi basterebbe leggerlo e basta."
è esattamente quello che penso anch'io, ma non mi faccio illusioni sulla quantità di gente che può capire ed amare LFC come meriterebbe.
io non ci tengo a farlo conoscere alla massa, lo amo così tanto da esserne gelosa e voglio tenerlo solo per me o parlarne con voi che lo stimate altrettanto...è pazzesco come quest'uomo mi ha "preso", ho la sensazione di conoscerlo così tanto bene, ormai, che sembra che io sia vissuta accanto a lui una vita...
grazie Andrea del tuo lavoro al blog, per me è stato l'inizio di qualcosa che non avrà una fine...
ciao

guignol ha detto...

"Orend conclut: « La raison pour laquelle Céline est détesté est simple..."

"Céline n'est absolument pas detesté, s'il était détesté il n'y aurait pas besoin de le censurer à l'école, dans les médias etc. Et c'est justement parce qu''Ils' savent que l'on risque d'aimer Céline qu''ils' ne veulent pas qu'on le lise."
un commento ad un articolo letto su Le Petit Célinien

Gisy ha detto...

Penso sia sbagliato l'atteggiamento della gelosia verso gli autori che più amiamo, anzi è giusto cercare di farli conoscere nella maniera più corretta possibile a più gente possibile.
Poi lo sappiamo che i porci vomitano le perle. Chi non se lo merita non potrà capire, e questo è il prezzo.

Forse è l'egoismo, e la presunzione di essere i soli a poter capire.
Questo non va bene...in fin dei conti tutti hanno il diritto di almeno provare ad innamorarsi. Penso lo credesse anche Céline,o mi piace crederlo.

lazard ha detto...

in effetti, cèline non voleva proprio essere scrittore di nicchia. forse lo è diventato per via degli altri scrittori alla moda che si leggono come i rotoloni regina. tutti uguali, tutti tradizionali, tutti Goncourtizzati (ieri), commerciali e insulsi oggi. questi si leggono colla stessa disinvoltura cn cui si dà una scorsa al giornale.anzi scovo ultimamente più trovate ad effetto su quello che sui romanzi d'autore.
cèline va letto cn attenzione invece e questo per molti è troppa fatica... peggio per loro!

guignol ha detto...

@Gisy forse hai ragione per quanto riguarda la gelosia, l'egoismo e la presunzione, ma forse è perchè non tollererei dei giudizi negativi o poco entusiastici nei Suoi confronti...ammetto che è una mia "para" e magari dovrei lavorarci sopra e riuscire a superarla e condividere questo "amore assoluto" che sento per Céline.
@Davide per me non si tratta di un problema di nicchia, la nicchia potrebbe essere anche tutto il mondo, quello che importa è che LFC sia preso per il suo verso giusto, basta giudizi pamphlet e antisemitismo!...ma non mi fido per niente...

Gisy ha detto...

Guignol - guarda ho degli lavorato anni ad un autore (Piero Ciampi) semi-sconosciuto, e come spesso accade per i semisconosciuti, è acclamato, apprezzato, anche troppo delle volte (me compresa) dai quei pochi fedeli (direi che non è cmq il caso di Céline che di seguaci fedeli ne ha a iosa...)quando lavoravo a quell'autore ho notato lo stesso atteggiamento di gelosia, che non penso sia poi così strano, nel voler possedere tutta la magnificenza che quel qualcuno (morto o vivo che sia) ci può dare, avere qualcosa in più rispetto chi non lo conosce.
Conoscere con tutti i sensi intendo ovviamente.
Per me viceversa è stata una gioia immensa vedere che altri cominciavano ad apprezzare quello che amavo, anche se c'è da dire che è vero più gente viene a conoscenza di un evento più aumenta la possibilità di male interpretarlo, o peggio ancora di amarlo per le cose sbagliate (ad esempio solo il lato disfattista, e penso analogamente con Céline quando uno lo mitizza, ma solo per gli aspetti apparentemente issosi).
Io apprezzo chi fa qualcosa per diffondere un verbo in cui credo, dove magari anche gli editori fan fatica, troppo facile lavorare sui luoghi comuni e ormai scusate sui "non luoghi" vedi Piperno .
Avanti...rendiamo omaggio a ciò che merita.

lazard ha detto...

guignol, non volevo dire che facevi della nicchia. so che quello che hai espresso è un dolce pensiero su Céline, quasi da scudo contro le traversie e le requisitorie subite dall'autore. avevo solo preso spunto dalla conversazione che hai avuto con gisy per dire che se Céline è diventato di nicchia è per via della scadente produzione a lui e a noi contemporanea.
anche a me danno fastidio le critiche svuotate contro di lui, ma è inevitabile che ciò avvenga per molti fattori. né mi stupisco più di quello che si potrebbe dire per partito preso.
ma in questo blog di céliniani incalliti e preparati, la gente poco seria su Céline non se la passa bene per niente! a moresco e piperno mi sa che gli sia passata la voglia di fare i saccentoni!

Andrea Lombardi ha detto...

Ciao e grazie a tutti!

In effetti capita spesso di avere un "proprio" autore e di non volerlo dividere con altri, diffidando della massa, come d'altra parte capita altrettanto spesso di abbracciare la missione del proselitismo!

:-)

Andrea

Andrea Lombardi ha detto...

Grazie Anna!

A Torino trovi il "Céline in foto" alla Libreria Zanaboni

10125 Torino (TO) - 41, c. Vittorio Emanuele II
tel: 011 6505516
email: zanalib@tiscali.it

è vicino alla stazione FS di Porta Nuova!

Sarebbe un piacere pubblicare qui sul blog qualche tuo contributo céliniano, o un estratto del tuo libro "Le onde"!

Ciao,

Andrea

si ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Facoltativo ha detto...

Nun erano boni sti spaghetti allora?
Me parevano infatti parecchio a cazzo...

A Lombardi ha detto...

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Senti, prima che passi i dati sopra alla Polizia Postale, ci spieghi che problemi hai?

Anonimo ha detto...

Ma ancora non hai cancellato?
Ma che devi fare con la polizia postale?
Quale sarebbe il reato?
Visto che scrivi "ci spieghi"... Lesa maestà?
Ma vattene affanculo!!!!
Datosi che il 25 aprile avevi sul tuo profilo facebook la foto del manifesto "Buona Pasquetta": saresti tu quello da denunciare, fascistoide fallito!!
Evidentemente l' aver letto Cèline non cambia nulla, un' idiota resta sempre un' idiota, ora è chiaro!

"Niente da dire!..."

Andrea Lombardi ha detto...

Ah, ho capito. Un avatar su FB rende "fascistoidi falliti", non redenti neanche dalla lettura di Céline. Guarda, evito di restituirti il "vaffanculo" perchè dopo un 12 anni sul web conosco le routine dei leoni da tastiera "anonimi" piuttosto bene; trovo molto triste e patetico che la figura che stai facendo in questi post sia stata fatta scattare allora non da una tua magari comprensibile polemica crtica, letteraria o politica su Céline ma dal mio presunto "fascismo". Poi mi spiegherai quale sia, nell'a.D. 2011, tra potere economico smisurato del Capitale globale, diritti dei lavoratori annullati, recenti guerre coloniali imperialiste anglofrancoamericane, Fukushima varie, imperi ex sovietici guidati da soggetti peggiori di Berjia, l'imprescindibile importanza di sfruculiare i "fascisti falliti" sul web.

Ogni tuo post successivo a questo mio sarà cancellato, però: dovrai spiegarmelo di persona, con comodo, quando vorrai: "resto apposta per i ritardatari".

Andrea Lombardi
Via Onorato 9/18
Genova