venerdì 15 dicembre 2023

Conferenza "La vera guerra di Louis-Ferdinand Céline" di Andrea Lombardi ad Acqui Terme, 22 dicembre



Venerdì 22 dicembre dalle ore 18,00 si terrà presso Palazzo Robellini di Acqui Terme (Sala Comunale, Piazza Abramo Levi 7), nel contesto della 2a edizione di “Parole Bollenti”, la conferenza

La vera guerra di Louis-Ferdinand Céline
Dal Maresciallo Destouches al Viaggio al termine della notte all’inedito Guerra a una riscoperta memoria bellica, la prima vita di Céline.


Maestro di stile e “medico dei poveri”, pacifista e sferzante fustigatore dell’uomo occidentale, autore di capolavori della letteratura mondiale e di quei pamphlet che gli valsero in vita l’emarginazione letteraria: questo e altro fu Louis-Ferdinand Céline, disincantato testimone del Novecento, di cui conobbe, visse e a volte subì tutte le maschere.

Dopo i saluti delle autorità, Andrea Lombardi, saggista e curatore del libro Louis-Ferdinand Céline - Un profeta dell’Apocalisse. Scritti, interviste, lettere e testimonianze (Bietti 2018), dialogherà con Fabio Izzo, scrittore. Con letture di brani a cura di Mario Andrea Morbelli. Modera Carlo Tortarolo, caporedattore di “Satisfiction”.

Con il patrocinio di Città di Acqui Terme – Assessorato alla Cultura. Ingresso libero.


martedì 31 ottobre 2023

Gravissima perdita per la cultura e per i céliniani, è morto Ernesto Ferrero

Gravissima perdita per la cultura e per i céliniani, Ernesto Ferrero tradusse la nuova edizione Corbaccio del 1992 del Viaggio al termine della notte, Scandalo negli abissi (il Melangolo, 1984) e l'edizione Einaudi del 1979 di Casse-Pipe.



Una sua intervista sul tradurre Céline qui: https://rivistatradurre.it/confesso-ho-tradotto-celine-e-lo-rifarei/






martedì 26 settembre 2023

Menzione d'onore della giuria per il libro "Louis-Ferdinand Céline - Un profeta dell'Apocalisse" a cura di Andrea Lombardi

Nel corso della decima edizione del Premio letterario internazionale Casinò di Sanremo - Antonio Semeria 2023, che ha visto vincitori Claudio Paglieri per la Narrativa e Monsignor Giulio Dellavite per la Saggistica, il regista Pupi Avati Gran Trofeo Premio alla carriera e Carlo Miccichè e Marina Valensise Gran Trofei alla Saggistica, è stata concessa la Menzione d'onore della Giuria al saggista genovese Andrea Lombardi per l'opera "Louis-Ferdinand Céline - Un profeta dell'Apocalisse. Scritti, interviste, lettere e testimonianze", con la prefazione di Stenio Solinas ed edito da Bietti, con la seguente motivazione: "Per aver esaltato negli scritti dell'illustre pensatore la sua energia, l'amore per la cultura e per la divulgazione finalizzata al sostegno degli ultimi e alla valorizzazione del pensiero libero".




Il Maresciallo Destouches nella prima guerra mondiale nella testimonianza inedita del corazziere Jacques Pavard su "il Giornale"

Su "il Giornale" del 24 settembre 2023 un nostro articolo sull'esperienza bellica di Céline e la sua trasposizione nel Viaggio e in Guerra e nella testimonianza inedita (a livello internazionale) del corazziere Jacques Pavard, commilitone del Maresciallo Destouches nel 12° Reggimento corazzieri nella prima guerra mondiale.

Andrea Lombardi







martedì 12 settembre 2023

"Nell'abisso con Céline": "Guerra" di Louis-Ferdinand Céline e Andrea Lombardi a Naxoslegge, 7/9/23

"Nell'abisso con Céline", saluto del direttore del Museo Regionale Interdisciplinare di Messina Orazio Micali e conversazione su "Guerra" di Louis-Ferdinand Céline con Fulvia Toscano (Naxoslegge), il coordinatore del DAMS di Messina Dario Tomasello, Ciccio Rizzo e Andrea Lombardi. 

Grazie per il video a Naxoslegge.


giovedì 31 agosto 2023

Claudio Collovà, Andrea Lombardi e Dario Tomasello dialogano su "Guerra" di Louis-Ferdinand Céline a Naxoslegge



6 settembre- Messina Museo interdisciplinare-regionale, ore 18:00,

FARE LA GUERRA

Nell’abisso con Céline


Conversazione con Claudio Collovà,  Andrea Lombardi e Dario Tomasello. Modera Francesco Rizzo. In collaborazione con la associazione Città plurale.

Lo sguardo sulla guerra di uno degli autori più controversi della letteratura mondiale, a partire dal suo “Guerra”, ora tradotto in Italia per Adelphi. Un viaggio nella “ notte” della guerra e nella scrittura abissale di Céline.

sabato 3 giugno 2023

Morto il saggista, editore e céliniano Philippe Sollers (1936-2023)




Il 5 maggio 2o23 è deceduto l'intellettuale francese Philippe Sollers (Jouyax), autore come la moglie Julia Kristeva di saggi e scritti su Louis-Ferdinand Céline.


Philippe Jouyax (Talence, Bordeaux, 1936 - Parigi 2023). Dopo aver studiato dai gesuiti, si è laureato in scienze economiche. Alla novella d'esordio Le défi (1957) fecero seguito Une curieuse solitude (1958) e Le parc (1961; trad. it. 1967), che rivelava l'influsso del nouveau roman. Nel 1960 fondò la rivista d'avanguardia Tel quel impegnandosi in un lavoro di riflessione teorica sui codici della letteratura (Logiques, 1968; L'écriture et l'expérience des limites, 1971) e di sperimentazione linguistica (Drame, 1965, trad. it. 1972; Nombres, 1968, trad. it. 1973; H, 1973, trad. it. 1975; e soprattutto Paradis, 1981, trad. it. 1981, e Paradis 2, 1986). Dopo l'abbandono delle posizioni maoiste degli anni Settanta (Sur le matérialisme, 1973, trad. it. 1973) ha pubblicato i saggi Théorie des exceptions (1983), La guerre du goût (1994), Éloge de l'infini (2001), Liberté du XVIIIème (2002), Fleurs (2006), Céline (2009) e Du mariage considéré comme un des beaux-arts (con J. Kristeva, 2015) e numerosi romanzi (Femmes, 1983, trad. it. 1993; Portrait d'un joueur, 1984; Le coeur absolu, 1987, trad. it. 1988; Le secret, 1993; Studio, 1997; Passion fixe, 2000; L'étoile des amants, 2002; Une vie divine, 2006; Trésor d'amour, 2011; Beauté, 2017; Centre, 2018; Le Nouveau, 2019; Désir, 2020; Légende, 2021; Graal, 2022). Della produzione saggistica più recente si citano qui: Discours parfait, 2010; Fugues, 2012; Portraits de femmes, 2013; L’amitié de Roland Barthes, 2015; Complots, 2016; Agent secret, 2021.
Da: https://www.treccani.it/enciclopedia/philippe-sollers/

"Louis-Ferdinand Céline. Lo scrittore maledetto" di Andrea Lombardi per "Gli Imperdonabili" de "il Primato Nazionale" ora disponibile

 



"Dopo il successo dei «Grandi Italiani», il Primato Nazionale ha inaugurato con il nuovo anno «Gli Imperdonabili». E cioè gli intellettuali fuori dagli schemi, i maledetti, i proscritti. Quelli che non possono essere perdonati, pietre miliari di una visione del mondo che deve eternamente essere alimentata. Come per i Grandi Italiani, anche la collana degli Imperdonabili ha un formato agile, veloce, non accademico. Ogni libretto, un proiettile, una vitamina per lo spirito, una risorsa per la controffensiva metapolitica. Dopo i quaderni dedicati a Ezra Pound, Giovanni Gentile, Robert Brasillach ed Ernst Jünger, questo mese esce il volume su Louis-Ferdinand Céline, scritto da Andrea Lombardi. Qui vi proponiamo in anteprima la presentazione del libretto, scritta dal direttore del Primato Adriano Scianca". [IPN]: 

lunedì 15 maggio 2023

La traduzione italiana di 'Guerre' di Louis-Ferdinand Céline, in uscita per Adelphi




La traduzione italiana di Guerre di Louis-Ferdinand Céline, finalmente in uscita dal 26 maggio:

"Primo, folgorante scampolo degli inediti rubati nel 1944 dall’abitazione di Céline, e rocambolescamente ricomparsi quasi sessant’anni dopo la sua morte, Guerra nar­ra episodi contemporanei alla prima par­te di Viaggio al termine della notte, come se da esso fosse stato espulso e poi abbando­nato in una stesura ancora grezza e incan­descente. Dal momento in cui riprende conoscenza, seguiamo Ferdinand, vent’an­ni, ferito a un braccio e con una grave le­sione all’orecchio dovuta a un’esplosione, mentre cerca di guadagnare le retrovie attraverso campi di battaglia disseminati di cadaveri, in una notte visitata da presenze ostili, fantasmi quanto mai reali. Lo ritro­veremo in un ospedale, in mezzo a malati e farabutti d’ogni risma, affidato alle cure di un’infermiera sadica e vampiresca. Qui fa amicizia con il malavitoso parigino Bé­bert e con sua moglie Angèle, che al fron­te batte il marciapiede per lui: spunto per nuovi episodi grotteschi, esilaranti e rac­capriccianti al tempo stesso, dove Céline preme sul pedale di una sessualità oltraggio­sa e sfrenata. Infine, l’inattesa partenza per Londra, un posto dove andare come sem­pre a perdersi.
Céline è scrittore da dimenticare, hanno detto, se vuoi vivere, anche se vuoi soltanto leggere, capace com’è di rendere illeggi­bili gli altri scrittori. «Mi sono beccato la guerra nella testa. Ce l’ho chiusa nella testa» dice Ferdinand all’inizio di queste pagine, come se l’esperienza bellica – divenuta espe­rienza acustica – fosse solo la propaggine di una guerra molto più estesa e devastan­te, interna alla materia cerebrale. Eppure, attraverso il suo delirio – il suo parlottio ipnotico, sbracato e ininterrotto, come il fischio del rimorchiatore sulla Senna, nella notte, che chiudeva il Viaggio –, ci si accor­ge che Céline è stato l’unico scrittore capa­ce di nominarla. Dalla parte dei Buoni nes­suno ha trovato la parola".


lunedì 24 aprile 2023

Intervista INEDITA a Louis-Ferdinand Céline su "Il Giornale" del 23 aprile 2023



Amnistiato il 20 aprile 1951, grazie a uno stratagemma giuridico del suo avvocato Jean-Louis Tixier-Vignancour, Louis-Ferdinand Céline ritornerà in Francia dall’esilio in Danimarca a luglio, stabilendosi infine a Meudon, nei pressi di Parigi, in una villetta sulla route de Gardes. Lì continuerà a fare occasionalmente il “medico dei poveri” e mentre la moglie Lucette terrà corsi di danza, firmerà un contratto con Gallimard per la ristampa dei suoi libri – tranne i famigerati pamphlet – insieme alla pubblicazione di nuovi titoli, che avranno scarse vendite.

Il momento di svolta della fortuna céliniana nel secondo dopoguerra avverrà solo anni dopo, nel 1957, con l’uscita di Da un castello all’altro, primo volume della “Trilogia del Nord” ripercorrente l’odissea tra Germania, Danimarca e Francia dei coniugi Destouches assieme ai successivi Nord e Rigodon. Il libro attirerà l’attenzione della critica anche grazie allo scalpore provocato da una intervista della giovane giornalista Madeleine Chapsal a Louis-Ferdinand Céline pubblicata su “L’Express” del 14 giugno 1957; come in altre interviste, al di là dei temi toccati, sin dalle prime battute sarà Céline a condurre la conversazione, portandola sui binari di una vertiginosa invettiva.

In questo stesso sincopato registro rientra l’intervista, in gran parte inedita, appena riemersa tra le carte del bibliofilo compulsivo e libraio parigino Serge Wasersztrum e pubblicata su “Le Figaro” del 20 aprile scorso, grazie all’autorizzazione dell’avvocato François Gibault e Veronique Robert-Chovin, concessa nel 1960 da Céline al giornalista Roger Mauge di “Paris Match” proprio all’uscita del romanzo Nord, e che l’intervistatore utilizzò solo per alcuni virgolettati del suo articolo.

Riportiamo quindi di seguito un estratto di questa conversazione – o meglio monologo – con un Céline a ruota libera sull’editoria e la letteratura (povera Françoise Sagan!), il sesso, la guerra e il declino del mondo occidentale, ma anche capace di puntuali citazioni di Voltaire e di co
nsiderazioni rivelatrici di una certa conoscenza dell’arte, dal pittore di scene di battaglia Ernest Meissonier (1815-1891) agli Impressionisti.


Andrea Lombardi

(Traduzione dell’intervista di Valeria Ferretti)

***

Céline, Lei ha una miniera, con tutto quello che è successo durante il periodo bellico e dopo...

«Vede, la sfrutto anch'io. E questa cosa rende gelosi gli altri che dicono: Cazzo, quello stronzo ne approfitta».

Tutto quello che è successo durante i pochi mesi in cui il suo libro si svolge è profondamente drammatico...

«Oh! Si svolge su un bel po' di tempo, anni direi! Un fuorilegge, per questo si deve essere fuorilegge, cioè essere nella morte. L'essere condannato a morte, beh, ti rende un personaggio speciale. Tutti vogliono condannarti a morte, ovvio, ma, diciamo, in modo legale, eh. Sì, è divertente. Bene, allora ecco il caos. Non vediamo spesso un caos sociale. Tutto viene ribaltato, no? C'è uno strano modo di passare dietro le quinte per guardare. Allora si passa dietro le quinte e vediamo che tutto va a rotoli, che ognuno fa kaputt ed esce di scena. Bene. Quindi è tutto un po' confuso. Allora, dio mio, è già una fortuna che la gente mostri interesse, ma in realtà non sono molto interessati. Continuano a interessarsi alla storia della tabaccaia. La cosa invece spassosa è osservare qual è il gusto del pubblico. Beh! Il gusto del pubblico incontra il romanzo popolare. Il romanzo popolare è fantastico. Semplice, e in effetti è questo il più venduto. La vera lettura non è mica in libreria, no! È dalla merciaia, all'edicola, alla caffetteria della stazione. È lì che si comprano i libri. La riprova è che i Delly fanno 150 milioni di profitto all'anno. In un attimo. C'è una vecchia ridicola e pretenziosa, qui vicino, la Desmarest. Fa un libro. Mai una riga di recensione. Mai una riga di niente di niente. E si fa 20 milioni in un batter d'occhio».

Oppure Françoise Sagan?

«Sì, stessa cosa. È scappata dalla merceria».

...dopo essere passata da Saint-Germain-des-Près...

«Oh, sciocchezze! Non c'è proprio portata. È gente che non c'è portata . Che cosa doveva pensare Meissonier di Van Gogh? Era un re dell'epoca, Meissonier. Punto».

C'è un Paese in cui queste idee sono attualmente in vigore, nell'URSS. È Meissonier che è al potere e che vieta Van Gogh.

«Sarà così qui un domani. Allora naturalmente, è un libretto, uno di quelli fuori tempo. Ho un sogno. Quello di avere i due Nobel, quello della Pace e quello della Letteratura, perché questo mi caverebbe fuori dai guai. Ho chiesto, chiedo ovunque. Non arrivano, no. Ma i due Nobel, mi farebbero comodo, oh ne sarei contento. Ma allora sì, sì, Voltaire lo diceva, nevvero, in modo malinconico, ed è raro che Voltaire fosse malinconico ma un bel giorno lo fu e disse: Leggo molti tragici greci ma non ne vedo che tre: Sofocle, Euripide ed Eschilo. Trattano tutti e tre gli stessi argomenti con-temporaneamente e poi dopo, basta. Non c'è più nessuno. Insomma, è un po' quello che è successo in Francia con l'impressionismo; ci sono dieci grossi impressionisti, soprattutto tre o quattro molto importanti et poi dopo, gli imitatori. È come un fuoco d'artificio. Dopo, non c'è più niente».

Gli intervalli di tempo ci sembrano lunghissimi, venticinque, cinquant'anni, ma alla fine non sono poi così lunghi. Non ci possono essere genî ogni cinque anni.

«Genî, no. Questa è la parte spettacolare, siamo d'accordo. Ma per esempio sento spesso dire: Tizio ha una portentosa lingua teatrale. Oh! Che battute! Sono splendide! Che forza, che presenza!, allora io leggo, osservo, cerco la forza, la presenza. Non c'è niente. Oh! Questa battuta... è stato sorprendente. Vedrà quel che ha detto!. E invece... il nulla. È mortale. Non è nemmeno brutto, no, anzi. Cercando bene, avevo visto tre, quattro tizi che avevano avuto un'intuizione, che c'erano quasi arrivati. Erano Ramuz lo svizzero, Paul Morand e poi Barbusse. Visioni diverse, generi diversi che avevano percepito la rottura del ritmo. I vomitevoli Bordeaux, Bourget, Anatole France. È carino Anatole France, è molto elaborato, davvero niente male, è grazioso ma poi mi chiedo: E dopo? Benissimo, l'ha portato al massimo grado ma adesso ci sono solo dei mezzi scemi, dei pezzenti e delle straccione. Nient'altro».

Credo di aver letto quasi tutti i suoi libri e ho letto quest'ultimo tutto d'un fiato. Mi ha colpito il fatto che non ci fossero scene di sesso.

«Eh, ma c'è il Procuratore. Qui il Procuratore non ha niente da ridire, ma sono certo che se ci fosse il benché minimo accenno al sesso, allora ci sarebbe un buon padre di famiglia, un Resistente particolarmente virtuoso che non esiterebbe a scrivere al Procuratore».

C'è comunque un vecchio che si fa fustigare.

«Sì, quello sì. Ma il resto lo lascio alla Sagan. Adesso, è tutto della Sagan, di Sartre. Tutta quella gente si abbandona al sesso. Oh! Il sesso! Povere piccole merde! Non si reggono su ritti. Mancano di vigore. Io che ho trascorso la vita tra i culi delle ballerine! Che cosa andrà cercando, la povera piccola Sagan, con i suoi fiammiferini. È una rottura il sesso, no? Perché il francese è libertino, dobbiamo essere libertini. Allora avanti tutta Vecchio Arrapato! Oh! Mi piace da matti! Oh!, ed è così alla radio tutto il giorno. Oh! Come mi prendeva! Oh, lo adoro, oh! Il mio Uomo!».

I suoi personaggi esistono davvero o sono tutta farina del suo sacco?

«Hauboldt, esiste. Mattke pure».

È simpatico Hauboldt.

«Sì, diciamo che rappresenta bene i tedeschi che non esistono più, la razza che abbiamo distrutto, insomma, è finita. Era gente come quella del Rinascimento, pronta a tutto, che era umana e per niente stupida. Non se ne trovano più di persone così. Tutto finirà con la canaglia, diceva sempre Nietzsche. È vero. Ci siamo. (Il regime nazista è stato) tirato su da gente che non aveva viaggiato abbastanza. Hanno iniziato quell'affare senza le forze necessarie. Era persa in partenza. Napoleone è voluto andare in Russia per mandare all'aria i Russi. Hanno fatto lo stesso di Napoleone».


Scrive qui?

«Mai qui. All'interno. In bottega. Scrivo... è una parola. Lei scrive, Maestro?, Cosa ci sta preparando, Maestro?, L'ho capita, su..., Alla Sig.ra Gertrude che mi ha capito. È un bel messaggio. Vanno proprio a braccetto. Ma tutti questi imbecilli della letteratura sono ricchi, loro».

Sì, credo si guadagnino velocemente parecchi soldi...

«Beh! Sapete che la NRF riceve 10.000 manoscritti all'anno e che pubblica 350 libri su quei 10.000, e di quei 350 libri, quanti crede che si vendano? Sono stampati in 3.000 copie. Quanto crede che si venda, di questa tiratura di 3.000? 300».

Sì, è tutto o niente.

«Ma no, non è tutto o niente. Il genere Gide, prezioso, il genere madamalamarchesa è letteratura ricercata, vero? Ma non paga perché ci sono i mezzi d'informazione, c'è la fotografia, il cinema, e tutto il resto. Allora, nevvero, mica si vogliono spendere soldi, per la letteratura di lusso. È inumano. Quel libro è bello che defunto».

(traduzione di Valeria Ferretti, intervista originale di Roger Mauge)




lunedì 17 aprile 2023

Andrea Lombardi e gli inediti di Louis-Ferdinand Céline su Radio Libertà

 


Grazie a Radio Libertà, quattro chiacchiere su Céline e le prossime novità céliniane dal 58:00 min in poi: https://www.facebook.com/RadLiberta/videos/924313272162334

OLTRE LA PAGINA – PIER LUIGI PELLEGRIN – ANDREA LOMBARDI – 17/04/2023
Alle 11.35 Terza Pagina con ANDREA LOMBARDI (saggista, curatore primo sito italiano su Louis-Ferdinand Céline), nuovi inediti (“La vecchia disgustosa”), il corposo dossier de La Nouvelle Revue francaise, studi, il racconto “La volontà di Re Krogold” per Gallimard, l’edizione rinnovata di Album Céline (uscita prevista a maggio), le quattro edizioni rivedute e ampliate dei suoi romanzi e, arriva il botto, l’inizio dell’adattamento cinematografico di “Viaggio al termine della notte” (“non esiste ancora un contratto firmato, ma il progetto è sulla buona strada”, ha rivelato Francois Gibault, biografo e detentore dei diritti dell’opera céliniana).

sabato 1 aprile 2023

"È un anno céliniano: inediti, dossier, Album, e si lavora a un film", Andrea Lombardi su "il Giornale" del 31/3/2023

 


Dopo lo straordinario successo editoriale degli inediti di Louis-Ferdinand Céline “Guerre” e “Londres” lo scorso anno, anche il 2023 sembra proprio un anno felice per i céliniani e per gli amanti della Letteratura in generale.

In questi giorni esce infatti su “La Nouvelle Revue française” un corposo dossier dedicato a Céline, con il racconto inedito “La vecchia disgustosa” e diversi studi sui testi già pubblicati, firmati dagli scrittori, curatori e critici letterari Philippe Bordas, Alban Cerisier, Yves Pagès e Javier Santiso.

A fine aprile uscirà poi per Gallimard “La volontà di Re Krogold”, un racconto sulla falsariga delle leggende celtiche quanto a trama e soprattutto nello stile, come sottolineato da Céline in una lettera al suo editore dell’epoca Denoel, nelle sue due versioni: una intitolata “La leggenda di Re René” risalente alla prima metà degli anni Trenta, e il testo dal titolo definitivo scritto successivamente.

A maggio uscirà poi un nuovo “Album Céline” – edizione rinnovata nell’iconografia e nei testi, questa volta a cura di Frédéric Vitoux, del bel volume fotografico edito per la prima volta nel 1977.

Seguiranno, tenendo conto degli inediti ritrovati, le quattro edizioni rivedute e accresciute dei romanzi céliniani nella prestigiosa Biblioteca della Pléiade.

Inoltre, come riportato da Marc Laudelout sul “Bulletin célinien” di marzo, l’avvocato, biografo e avente diritto dell’opera céliniana François Gibault ha recentemente rivelato che un adattamento cinematografico di Viaggio al termine della notte potrebbe apparire sul grande schermo tra due o tre anni. Sebbene il contratto non sia stato ancora firmato, il progetto è sulla buona strada, tanto più che Gibault è stato contattato da un’importante compagnia cinematografica con i mezzi finanziari per realizzarlo. Ricordiamo come in passato più registi si siano interessati a una possibile trasposizione cinematografica del capolavoro di Céline, ma senza seguito: da Abel Gance, di cui resta la bozza di una sceneggiatura, a Claude Autant-Lara, Claude Berri, Louis Malle, Michel Audiard e persino Sergio Leone. In tempi più recenti, l’idea del Viaggio sul grande schermo è stata anche accarezzata dal regista François Dupeyron, che vi lavorò diversi mesi prima di rinunciarvi, e da Yann Moix, con Mathieu Kassovitz e Louis Garrel come possibili protagonisti.

Rimanendo in tema ricordiamo poi come Céline, appassionato del cinema e del suo linguaggio, avesse persino fatto un piccolo cameo nel film “Tovaritch” di Jacques Deval, uscito nel 1935 e ambientato tra gli emigrati russi a Parigi dopo la Rivoluzione bolscevica del 1917, e il per molti versi deludente film del 2016 “Louis-Ferdinand Céline” di Emmanuel Bourdieu dedicato agli incontri tra il giovane studioso Milton Hindus e Céline in Danimarca nel 1948.

Infine, Gibault ha dichiarato che Gallimard non ha in alcun modo rinunciato a una ristampa dei cosiddetti pamphlet di Céline dopo la sospensione di questa iniziativa nel 2018 a fronte delle infuocate polemiche sviluppatesi, tra i quali il famigerato – e più citato che letto, aggiungiamo – Bagatelle per un massacro, e questo prima del 2032, anno che vedrà l’opera di Céline cadere nel pubblico dominio. François Gibault ha precisato che Antoine Gallimard ha chiesto ad alcune “personalità del mondo ebraico” di collaborare a questa ristampa.

Andrea Lombardi


Link all'articolo:

https://www.ilgiornale.it/news/anno-c-liniano-inediti-dossier-album-e-si-lavora-film-2133061.html

venerdì 24 marzo 2023

Andrea Larsen intervista Andrea Lombardi su Louis-Ferdinand Céline



Grazie a Andrea Larsen dell'intervista su Céline, la sua vita e le sue opere (e i suoi inediti fortunosamente emersi) e il nostro Louis-Ferdinand Céline - Un profeta dell’Apocalisse. Scritti, interviste, lettere e testimonianze, per Bietti Edizioni!


"I mesi di Céline tra carcere e ospedale, a un passo dalla condanna a morte", di Giampiero Mughini su "il Foglio"

 



Se uno dei più grandi scrittori del Novecento, Louis-Ferdinand Destouches detto “Céline”, è stato nel secondo Dopoguerra a un passo dall’affrontare un plotone di esecuzione? Piuttosto sì che no. Era successo che poco prima dell’arrivo delle forze alleate a Parigi, nel marzo 1944, lui avesse abbandonato di gran corsa il suo domicilio di rue Girardon lasciandovi un metro cubo di inediti documenti letterari. Dopo un soggiorno nel castello tedesco di Sigmaringen dove avevano fatto gruppo i più importanti fra quanti s’erano schierati dalla parte dei nazi, il 18 marzo 1945 Céline ottiene un visto per la Danimarca. Arriva a Copenaghen il 27 marzo, mentre a Parigi un giudice d’istruzione sta per emettere un mandato d’arresto nei suoi confronti “per tradimento” della patria.

Erano mesi in cui non c’era scampo per i pur prestigiosi scrittori collaborazionisti. Come sempre nella storia dell’uomo, i “vincitori” non usavano i guanti bianchi nei confronti dei “vinti”. Robert Brasillach, colpevole di avere scritto degli articoli (furibondi) e dei libri, dopo un processo durato poche ore era stato fucilato il 6 febbraio 1945. Pur di non finire da imputato in un’aula di tribunale, il 16 marzo 1945 Pierre-Drieu La Rochelle ci riesce finalmente nel suo terzo tentativo di suicidio. L’11 ottobre 1945 viene fucilato Jean Hérold-Paquis, uno scrittore e giornalista che a Radio Paris era stato un aedo della Germania nazi. Il 15 ottobre 1945 viene fucilato l’ex capo del governo di Vichy, Pierre Laval, uno che lo portano in barella sul luogo dell’esecuzione dopo che all’alba non gli era riuscito di suicidarsi. Il 23 febbraio 1946 cade sotto i colpi del plotone di esecuzione Jean Luchaire, quello che da direttore (pagatissimo dai tedeschi) di uno dei suoi giornali aveva avuto come segretaria la figlia di un ebreo polacco, Simone Signoret. Solo più tardi i condannati a morte cominciarono a essere graziati. Una grazia di cui nel novembre 1946 beneficiò Lucien Rebatet, l’autore del maggiore successo letterario durante l’occupazione nazi, il selvaggio (e bellissimo) Les Décombres del 1942. Il 2 dicembre 1945 era stato assassinato per strada il quarantatreenne Robert Denoël, l’editore belga che aveva pubblicato in Francia Les Décombres nonché i pamphlet antisemiti di Céline, ma anche i libri di scrittori vicini ai comunisti quali Louis Aragon e Elsa Triolet. I suoi assassini non verranno mai identificati.

Ma torniamo a Céline e al suo destino di scrittore “collaborazionista” rifugiatosi in Danimarca. Mentre stanno crepitando i fucili dei plotoni d’esecuzione, il 17 dicembre 1945 il ministro degli Esteri francese Guy de Girard de Charbonnières chiede formalmente al suo omologo danese l’arresto di un Céline accusato di “tradimento” della patria, accusa che in Francia vale la pena di morte. All’indomani il cinquantunenne Céline e la moglie trentatreenne Lucette Almansor vengono arrestati dai danesi, i quali non possono non prendere sul serio l’accusa rivolta contro l’autore di quel romanzo del 1932, Voyage au bout de la nuit, che ha sconvolto la letteratura mondiale. Per adesso si limitano a tenere Céline in prigione, da dove più e più volte lo trasferiscono in ospedale da quanto è malmesso. Immediatamente liberata, Lucette avvia il suo va e vieni tra la casa dove vive e la prigione/camera d’ospedale dov’è recluso Céline. Una volta, e pur di farglielo accarezzare, gli porta nascosto in un sacco Bébert, il gatto più famoso della letteratura europea. Lo scrittore francese riavrà la libertà soltanto alle undici del mattino del 24 giugno 1947, dopo aver dato la sua parola d’onore che non fuggirà via dalla Danimarca. Prove che Céline avesse tradito la sua patria, i danesi ne avevano trovato niuna.

Di quell’anno e mezzo trascorso da Céline sotto la spada di Damocle di un’eventuale estradizione in Francia, esistono documenti giudicati “incomparabili” dall’avvocato François Gibault, l’autore della biografia di Céline in tre tomi che detta legge. E’ stato lui a curare Lettres de prison à Lucette Destouches et à Maître Mikkelsen 1945-1947 (Gallimard, 1998), la raccolta di lettere disperate che un uomo con l’acqua alla gola inviava alla moglie e al suo avvocato danese nei mesi della sua reclusione. Lettere che debuttavano così: “Mi permetto di ricordare che sono un mutilato di guerra (14-18) invalido al 75 per cento – braccio e testa – che soffro terribilmente giorno e notte da trent’anni – che da trent’anni non ho mai dormito un gran che […] Che sono pressoché incapace di una passeggiata un tantino prolungata – e di ogni sforzo fisico”. Contro l’accusa di aver “tradito” la sua patria scrive al suo avvocato difensore: “Sollecito il governo danese a volermi accordare lo statuto di rifugiato politico e di proteggermi… Sono uno scrittore e nient’altro che uno scrittore. Non ho mai lavorato per conto di giornali o della radio o di chicchessia. Mai stato membro di un partito o di un raggruppamento. Non ho mai fatto politica”. Ammetteva, in un’altra lettera, di avere scritto durante l’occupazione nazi Les Beaux Draps, quel pamphlet del 1941 assieme ripugnante e effervescente che in fatto di violenza antisemita non scherzava. Ne ho una copia tutta sfasciata con la menzione “decima edizione”. Una copia della prima edizione è adesso offerta online a 2.800 euro. Céline è forse lo scrittore più ardentemente collezionato in Francia. Nel catalogo d’asta di una strepitosa collezione di letteratura francese del Novecento, costruita in sessant’anni da Jean-Paul Kahn e sua moglie Geneviève, c’era una delle dieci copie della tiratura di testa della prima edizione del Mort à credit del 1936. Partiva da una base d’asta tra i 40 e i 50 mila euro. Ovvio che dalla sua raccolta fossero assenti i pamphlet antisemiti, dove quelli che portavano il nome “Cohen” Céline li chiamava youpins, “ebreucci”. 

Giampiero Mughini


domenica 19 febbraio 2023

In uscita in Francia "La Volonté du Roi Krogold", altro inedito di Louis-Ferdinand Céline




Dopo Guerre e Londres nel 2022, Gallimard pubblicherà il 27 aprile 2023 un nuovo inedito di Céline, La Volonté du Roi Krogold. Questa "leggenda nordica" sarà proposta in due versioni dall'editore, la prima "risalente alla prima metà degli anni '30" e intitolata La Légende du roi René, seguita dal manoscritto che porta il titolo finale, che "è databile al 1939-1940".

La storia si svolge tra la Bretagna e la Scandinavia e racconta la guerra condotta da re Krogold contro il principe traditore Gwendor, tra assassinii e passioni.

Un altro racconto inedito, La Vieille dégoûtante, sarà invece pubblicato il 23 marzo sul numero 655 de "La Nouvelle Revue française", in gran parte dedicato a Céline.

Infine, Gallimard integrerà con questi inediti i volumi  della Bibliothèque de la Pléiade consacrati a Céline, così come il romanzo Casse-pipe, pubblicato incompleto nel 1949, e che sarà ripubblicato ampliato con passaggi inediti.

Abbonamento 2023 al "Bulletin Célinien" e iscrizione alla Société des lecteurs de Céline



Must per i céliniani è il pluridecennale "Bulletin Célinien" edito da Marc Laudelout, in più da un paio di anni oltre la tradizionale Société d'études céliniennes (SEC) è attiva la Société des lecteurs de Céline (SLC), della quale sono felice di essere il corrispondente per l'Italia e che ha appena pubblicato una piccola plaquette destinata ai suoi soci (in foto a sx). Grazie anche al BC per aver inserito nel numero di gennaio il mio sito-blog dedicato a Céline, attivo dal 2007 (!) nella rassegna di risorse online sul grande scrittore francese. Qui, link al BC e alla SLC.

Andrea Lombardi