venerdì 21 agosto 2009

Parigi: Ernst Jünger e Louis-Ferdinand Céline




Frequentando entrambi i salotti letterari parigini, Céline incontrò più volte l’intellettuale tedesco Ernst Jünger, decorato della Pour le Mérite nella prima guerra mondiale e richiamato nella Wehrmacht. Jünger citò più volte Céline (anche con lo pseudonimo di “Merline”) nel suo Diario del 1941-1945, Irradiazioni, talvolta in maniera meno che encomiastica. Riportiamo alcuni brani del diario di Jünger:

Parigi, 7 dicembre 1941

Nel pomeriggio all’Istituto germanico, Rue Saint-Dominique. Fra gli altri c’era Merline, grande, ossuto, forte, un po’ goffo, vivace nella discussione, anzi nel monologo. È caratteristico quel suo sguardo da maniaco introvertito, che riluce come dal fondo di una caverna. Non guarda né più a sinistra né a destra: si ha l’impressione che cammini incontro a una meta sconosciuta. “Io ho la morte sempre al mio fianco”, e indica una sedia come se ci fosse seduto sopra un cagnolino. È sorpreso, urtato di sentire che noi soldati non fuciliamo, non impicchiamo e non sterminiamo gli ebrei; sorpreso che qualcuno, avendo una baionetta a disposizione, non ne faccia un uso illimitato. “Se i bolscevichi fossero a Parigi vi darebbero un esempio, vi mostrerebbero come si pettina la popolazione, quartiere per quartiere, casa per casa. E avessi io la baionetta, saprei cosa farne”.


Parigi, 14 marzo 1943

Di sera, da Armance, che è inferma: si è ferita a un piede a casa di Céline. Mi ha raccontato che questo autore, nonostante le sue grandi rendite, è sempre a corto di denaro, poiché lo distribuisce completamente alle prostitute, che, con tutte le loro malattie, ricorrono alle sue cure.

Parigi, 16 novembre 1943

Di sera all’Istituto tedesco. Vi era lo scultore Breker con sua moglie, che è greca; inoltre la signora Abetz e le simpatiche figure di Abel Bonnard e Drieu La Rochelle, contro il quale nel 1915 ho scambiato colpi di fucile. […] Céline, con le unghie sporche: entro ora in una fase nella quale la vista dei nichilisti mi diviene fisicamente insopportabile.


Il solitamente acuto Jünger non si rende conto che Céline stava semplicemente recitando la parte del perfido nichilista, come suo solito con gli interlocutori che meno gradiva. Céline sarà stato senza dubbio sempre più soddisfatto di abbindolare l’altezzoso boche, e di suscitare la crescente indignazione dell’algido e aristocratico intellettuale ed esteta tedesco, combattente come lui nella prima guerra mondiale. Avvenimento del quale Jünger, a differenza di Céline che ne narrò soprattutto gli orrori, fu glaciale e appassionato cantore nelle sue prime opere, evocando la grandezza del combattente che si ergeva contro le tempeste d’acciaio degli scontri di materiél.
Andrea Lombardi

9 commenti:

lazard ha detto...

a parte l'ammirazione per lo scrittore, io credo davvero che Céline fosse uno spasso unico, specie con questi intellettualoidi imbellettati, ognuno di noi darebbe oro colato per poterlo vedere all'opera prendersi gioco di un impettito, di un moralista, di un uomo comune, sbeffeggiare queste povere mezze tacche, idiotini utili. ancora più divertente sarebbe dopo sentire le loro bocche guaste ripetere come una macchina registratrice le trite parole di circostanza che vengono spiattellate ai quattro venti in tali casi. (avevo un prof al liceo che faceva tali pantomime a scuola, ne sparava di certe, davvero irripetibili. le mamme scorrazzavano per tutti i buchi del mio paese a far rimbalzare i racconti dei figli scandalizzati. l'avreanno cacciato mille volte sto prof. il miglior prof del liceo)
grande Céline!
grazie Andrea delle perle che ci scovi
un saluto

Riccardo P. C. ha detto...

Complimenti Daniz, bello trasformare Celine in un innocuo provocatore da salotto e Junger in un "intellettualoide imbellettato, impettito,moralista, uomo comune, povera mezza tacca, idiotino utile"... Due piccioni con una fava, il primo lo hai totalmente travisato, mentre del secondo non hai mai letto una mezza riga...ed si vede... I miei piu sinceri complimenti.

lazard ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
lazard ha detto...

La polemica "io conosco", "tu non conosci" la lasci all'asilo signor Riccardo, se non le dispiace.
La figura che fa Junger in questi scritti è da intellettualoide imbellettato (tra l'altro la questione della 'pettinatura' della gente è una roba inventata che molto nocque a Céline); di lui ho detto solo questo.
Il resto degli aggettivi "moralista, uomo comune, povera mezza tacca, idiotino utile" non si riferiva a Junger (di cui ho ammirato delle cose e altre meno) ma al mondo salottiero, alla mondanità degli anni di Céline. La diffusione di queste memorie, in un momento molto delicato per Céline (al rientro dall'esilio, con attacchi giornalieri), prestò ulteriori pretesti per demonizzare l'autore dei celebri pamphlet antisemiti.

Junger non è tra gli scrittori che m'hanno più appassionato, ma interessato di sicuro.
Sul fatto che riduco Céline a gorilla da salotto, uno sbraitatore da centrotavola, cosa devo dirle? dovrei dirle di informarsi sulle persone prima di scrivere; sono un commentatore abituale di questo blog e quindi non ritengo di dover mostrare le mie credenziali di passione e stima per questo scrittore ogni commento che pubblico, visto che sono date per scontate. In questo caso ho soltanto voluto descrivere un atteggiamento céliniano extra-letterario rimarcato in ogni biografia decente, ma che sicuramente è sfuggito alla signoria vostra.
La saluto

guignol ha detto...

"Il y a quand même des témoignages accablants, comme celui d'Ernst Jünger, qui décrit un Céline surpris en 1941 que les Allemands n'exterminent pas les juifs...
Jünger détestait Céline. Et Céline, quand il était à table, disait n'importe quoi, c'était un provocateur. Mme Céline m'a un jour raconté qu'à la fin de sa vie il répondit à un journaliste qui lui demandait ce qu'il pensait des Français : "Je n'attends qu'une seule chose, que leur sang coule dans un caniveau." Le journaliste était horrifié. En le raccompagnant, Mme Céline lui a dit : "Vous ne vous êtes pas aperçu qu'il se foutait de vous."

da un'intervista a François Gibault di questo mese

Andrea Lombardi ha detto...

da "L.-F. Céline in foto":

Frequentando entrambi i salotti letterari parigini, Céline incontrò più volte l’intellettuale tedesco Ernst Jünger, decorato della Pour le Merite nella prima guerra mondiale e richiamato nella Wehrmacht. Jünger citò più volte Cé-line (anche con lo pseudonimo di “Merline”) nel suo Diario del 1941-1945, Irradiazioni, talvolta in maniera meno che encomiastica. Riportiamo alcuni brani del diario di Jünger:

"Parigi, 7 dicembre 1941

Nel pomeriggio all’Istituto germanico, Rue Saint-Dominique. Fra gli altri c’era Merline, grande, ossuto, forte, un po’ goffo, vivace nella discussione, anzi nel monologo. È caratteristico quel suo sguardo da maniaco introvertito, che riluce come dal fondo di una caverna. Non guarda né più a sinistra né a destra: si ha l’impressione che cammini incontro a una meta sconosciuta. “Io ho la morte sempre al mio fianco”, e indica una sedia come se ci fosse seduto sopra un cagnolino. È sorpreso, urtato di sentire che noi soldati non fuciliamo, non impicchiamo e non sterminiamo gli ebrei; sorpreso che qualcuno, avendo una baionetta a disposizione, non ne faccia un uso illimitato. “Se i bolscevi-chi fossero a Parigi vi darebbero un esempio, vi mostrerebbero come si petti-na la popolazione, quartiere per quartiere, casa per casa. E avessi io la baio-netta, saprei cosa farne”.



Parigi, 14 marzo 1943

Di sera, da Armance, che è inferma: si è ferita a un piede a casa di Céline. Mi ha raccontato che questo autore, nonostante le sue grandi rendite, è sempre a corto di denaro, poiché lo distribuisce completamente alle prostitute, che, con tutte le loro malattie, ricorrono alle sue cure.

Parigi, 16 novembre 1943

Di sera all’Istituto tedesco. Vi era lo scultore Breker con sua moglie, che è greca; inoltre la signora Abetz e le simpatiche figure di Abel Bonnard e Drieu La Rochelle, contro il quale nel 1915 ho scambiato colpi di fucile. […] Céli-ne, con le unghie sporche: entro ora in una fase nella quale la vista dei nichi-listi mi diviene fisicamente insopportabile".


Il solitamente acuto Jünger non si rende conto che Céline stava sem-plicemente recitando la parte del perfido nichilista, come suo solito con gli interlocutori che meno gradiva. Céline sarà stato senza dubbio sempre più soddisfatto di abbindolare l’altezzoso boche, e di suscitare la crescente indignazione dell’algido e aristocratico intellettuale ed e-steta tedesco, combattente come lui nella prima guerra mondiale. Av-venimento del quale Jünger, a differenza di Céline che ne narrò soprattutto gli orrori, fu glaciale e appassionato cantore nelle sue pri-me opere, evocando la grandezza del combattente che si ergeva contro le tempeste d’acciaio degli scontri di materiél.

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Andrea Lombardi

Andrea Lombardi ha detto...

Quello sopra per il LFC vs Jünger.

Su Jünger in generale, permettetemi una divagazione personale: sono stato un fervido lettore di Jünger dai 18-19 anni d'età, iniziando come molti da "Nelle tempeste d'acciaio", poi Irradiazioni,Due volte la cometa, Sulle scogliere di marmo, L'operaio, Il trattato del ribelle, Ludi africani, Il libro dell'orologio a polvere, sino a La capanna nella vigna, etc. In totale 35 libri di e su Jünger. A distanza di venti anni dalle mie prime letture stahlgewitterose, devo dire che delle decine di sue opere quella che rimarrà eterna sarà quella in realtà da lui più se non rinnegata quantomeno "contestualizzata", cioè "Nelle tempeste d'acciaio"; delle altre sue migliaia di pagine di prosa e immagini nettamente sbalzate con la paranoica eleganza di una armatura gotica, rimarranno appunto singole immagini e pensieri, di profondità e cupezza abissali o netto e accecante bagliore, ma non credo che, nell'insieme, le opere di Jünger (a parte "Nelle tempeste d'acciaio") possano essere realmente valutate come di pari importanza per la letteratura europea come i libri di Céline.

Andrea Lombardi ha detto...

PS una circostanza che mi ha sempre divertito di Jünger è che in Sulle scogliere e in Irradiazioni è tutto un "che cattivi i nazisti, così volgari poi, ha, Hitler/Kniebolo non ne parliamo, che guerra terribile è questa, si uccidono i civili (sì, perchè nella "sua" 1gm o nelle guerre coloniali del'800-900, invece no, eh), ah bisogna arrivare alla pace, etc"...

...e poi vede i biondi carristi della Divisione Corazzata SS Leibstandarte passare per Parigi e gli viene un orgasmo militar-omosessuale che manco Il portiere di notte, vedi sotto :-))))

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Parigi, 7 giugno 1944

Sul Boulevard de l’Amiral Bruix passavano con fragore carri armati pesanti in marcia verso il fronte. I giovani equipaggi vivevano in quella specie di allegria fondata sulla malinconia, della quale io mi ricordo così bene. Si intuiva in loro, vicinissima, la vicinanza della morte… E come i giovani sedevano sui Panzer, delicati l’uno con l’altro come sposi alla vigilia della loro festa, quasi in un convito spirituale!

Ernst Jünger, Irradiazioni

lazard ha detto...

ma non credo che, nell'insieme, le opere di Jünger (a parte "Nelle tempeste d'acciaio") possano essere realmente valutate come di pari importanza per la letteratura europea come i libri di Céline

Penso che solo gli innovatori possano essere paragonati a Céline, il resto degli artisti hanno altre stanze dove stare, tra cui, con tutti i rispetti, Junger.

Céline è stato un innovatore perché si è dato delle regole nuove per scrivere, regole che hanno portato ad un risultato del tutto inedito in letteratura.
Anche quando aveva seguito le regole degli altri, scrivendo il Viaggio, li aveva battuti.
Figuriamoci dopo, fino a Rigodon.

Céline è un classico perché se le cose che dice possono piacere o meno, il modo come le dice NON può essere assoggettato al giudizio personale.

un saluto