domenica 20 gennaio 2008

Ricordo di Céline



Le donne non hanno niente da dire su Cèline

di Arletty


Le donne non hanno niente da dire su Cèline. Dovrei quindi tacere… Fu l’articolo di Lèon Daudet che mi fece scoprire il Voyage, il solo colpo di fulmine letterario della mia vita, intendo tra i contemporanei. Non so spiegarlo, non sapendo scrivere. Ho tenuto dentro di me questa ammirazione. Sono stata ricompensata di questa discrezione facendo la conoscenza di Céline a casa di comuni amici, e, anche senza complimenti, lui fu felice di trovare una “paesana”, poiché ambedue siamo nativi di Courbevoie. Ma chiedete a sua moglie, un essere eccezionale − egli ebbe la donna che meritava, un altro dono di Dio − a quelli che lui amava, prima della sua morte. Sì, la sua morte, la sua sepoltura! Mi ricordo di sua moglie, di un dottore, di un gatto che girava intorno alla sua tomba. Egli desiderava un agrifoglio, un agrifoglio fiorito; un bambino con un grembiule a quadretti uscito da un catalogo del 1912, innaffiava i fiori della tomba vicina. Il bambino, l’animale, il fiore che amava per finire il suo viaggio. Lasciamo agli uomini l’onore di parlare di lui.

Arletty,
19 febbraio 1962

Da L'Herne - Céline (trad. Andrea Lombardi)

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