L'opera di Céline in brevi schede bibliografiche, estratti, notizie e interviste.
mercoledì 23 febbraio 2011
Alcune delle iniziative in Francia per i 50 anni céliniani...
lunedì 21 febbraio 2011
mercoledì 16 febbraio 2011
Mi son messo a guardarlo molto più da vicino l'Alcide...
...via via che confessava la colpa di non essere abbastanza generoso, con i suoi baffetti impomatati, le sopracciglia da eccentrico, la pelle calcinata.
Il pudico Alcide! Quante ne aveva dovuto fare di economie sulla sua paga striminzita... sui suoi premi d'arruolamento da fame e il piccolo commercio clandestino... per mesi, per anni, in quell'infernale Topo!... Non sapevo cosa rispondergli io, non ero molto competente, ma mi superava talmente in fatto di cuore che diventai tutto rosso... In confronto all'Alcide, non ero che un cafone impotente io, grossolano e fatuo ero... Non si poteva smarronare. Era chiaro.
Non osavo più parlargli, mi sentivo all'improvviso totalmente indegno di parlargli. Io che ancora ieri lo trascuravo e perfino lo disprezzavo un po', Alcide.
« Non ho avuto fortuna, proseguiva lui, senza rendersi conto che mi imbarazzava con le sue confidenze. Immàginati che due anni fa, lei ha avuto la paralisi infantile...Figùrati...Tu sai cos'è la paralisi infantile? »
Mi spiegò allora che la gamba sinistra della bambina continuava a essere atrofizzata e che seguiva una cura con l'elettricità a Bordeaux, da uno specialista.
« E una cosa che si guarisce, tu credi?... » si inquietava lui.
Gli assicurai che si aggiustava benissimo, proprio completamente col tempo e l'elettricità.
Parlava della madre che era morta e della malattia della piccola con molte precauzioni. Aveva paura, anche di lontano, di farle del male.
« Sei stato a vederla dopo la malattia? - No... ero qui.- Ci andrai presto? - Credo che non potrò prima di tre anni... Tu capisci qui, faccio un po' di commercio... Allora questo l'aiuta un po'... Se prendo un congedo adesso, al ritorno il posto sarebbe preso... soprattutto con quell'altra carogna...»
Così, Alcide aveva fatto domanda per raddoppiare il soggiorno, per farsi sei anni di fila a Topo, invece dei tre, per la nipotina di cui non possedeva che qualche lettera e il ritrattino.
« Quel che mi dispiace, riprese lui quando ci coricammo, è che lei laggiù non ha nessuno per le vacanze...E dura per una bambina... »
Evidentemente Alcide faceva evoluzioni nel sublime come se fosse casa sua, per così dire con familiarità, dava del tu agli angeli, 'sto ragazzo, e aveva l'aria di niente.
Aveva offerto quasi senza un dubbio a una ragazzina vagamente apparentata anni di tortura, l'annichilimento della sua povera vita in quella torrida monotonia, senza condizioni, senza mercanteggiare, senz'altro interesse che quello del suo buon cuore.
Offriva a quella ragazzina lontana tanta tenerezza da rifare il mondo intero e questo non si vedeva.
S'addormentò di colpo, alla luce della candela.
Finì che mi alzai per guardare bene i suoi tratti alla luce.
Dormiva come tutti.
Aveva l'aria proprio normale.
Però non sarebbe poi tanto male se ci fosse qualcosa per distinguere i buoni dai cattivi.
Ogni maledetta domenica... Céline!
sabato 12 febbraio 2011
Céline. Letteratura politica e antisemitismo, di Francesco Germinario
Un lavoro molto documentato (principalmente basato su due convegni su Céline e sugli intellettuali e l'antisemitismo), che avrebbe potuto essere ancor più interessante se l'autore non avesse interpretato ogni singola fonte (annotata in maniera professionalmente scientifica, certamente senza "sciatteria filologica", di questo ne diamo atto) in maniera da piegarla, più o meno agevolmente, alle sue conclusioni preconcette.
In effetti pensare di capire Céline con la semplice, banale metodologia "scientifica" (con molte virgolette) di un pò di note sparse a piene mani, è abbastanza puerile.Buono per farci per l'appunto un paio di convegni nei quali pavoneggiarsi, e poco di più.
Venendo invece alla scorrettezza di Germinario nel piegare le fonti alle sua tesi (e una delle sue tesi è quella di sottolineare l'importanza capitale dei pamphlet di Céline nella costruzione dell'antisemitismo in Europa), due passi al volo: Germinario scrive come Bagatelle sia stato ritenuto così importante dai nazisti da essere stato rapidamente tradotto: peccato che in realtà proprio i nazisti degli uffici preposti alle questioni razziali ritenessero che gli scritti di Céline non fossero adatti alla propaganda, e l'edizione tedesca fu quindi pesantemente sforbiciata.
Poi Germinario, dopo aver notato, sulla importante base di ben due saggi due, come "l'ideologia della Collaboration è molto povera", scrive che La bella rogna è un "completo programma di strategia politica" (!!!) e che è ("probabilmente") uno dei libri più intrisi di virulento antisemitismo mai pubblicati in Europa in quegli anni (!)... vista l'infinita pubblicistica antisemita in olandese, rumeno, ungherese, etc. scritta negli anni '30 e '40 (spesso scritta come l'opera di Germinario "scientificamente") mi sembra un'affermazione azzardata.
Una vera acrobazia, che denota una caduta professionale notevole, Germinario la fa quando cita un breve saggio de l'Herne sulle fonti antisemite usate da Céline in Bagatelle: Germinario scrive che proprio le molte citazioni di diversi autori antisemiti "proverebbero" la grande attenzione di Céline al turpe argomento, evidentemente studiato a fondo su libri e saggi... ma in realtà proprio il saggio edito nell'Herne - e Germinario dovrebbe saperlo, se avesse letto questo saggio da lui citato - spiega che quei riferimenti a "fatti e dati" che Céline sparge nel testo sono quasi tutti presi da due brevi depliant di propaganda antisemita.
Il libro di Germinario è tipico di un certo milieu intellettuale, paludato da centinaia di note, interpretazione e esegesi delle fonti, "scientificità", etc.... come se questo -e non anche e soprattutto l'onestà intellettuale- bastasse a fare un buon libro.
Andrea Lombardi
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Céline. Letteratura politica e antisemitismo
Francesco Germinario