domenica 19 luglio 2009

Il rompicapo di Saul Bellow



IL ROMPICAPO DI SAUL BELLOW
di Gilberto Tura

É da poco uscito, edito da Il Saggiatore, il libro-intervista dal titolo "SAUL BELLOW: «PRIMA DI ANDARSENE»" che lo scrittore romeno Norman Manea, esiliato negli Stati Uniti nel 1986, ricavò da due conversazioni avute con lo scrittore statunitense (premio Nobel 1976) Saul Bellow nel dicembre del 1999. Tra le tante domande rivolte a Bellow che riguardano la sua biografia, i suoi romanzi, la letteratura e i grandi scrittori non poteva mancarne una su Céline.


NM Una volta hai detto che nel primo periodo, a Parigi, dopo la guerra, parlavi di Céline e di Sartre allo stesso modo - che leggendoli sentivi il bisogno di uccidere. Uccidere, uccidere, uccidere. Tutti e due. Secondo te sono paragonabili?

SB Be', Céline è un rompicapo incredibile, lo sai anche tu, per tutti i romanzieri. É uno scrittore magnifico, ma da un punto di vista umano è insopportabile. Tu dici che questo è nichilismo. Si, ma non solo. Non è solo nichilismo. Per Céline, prendere sugli ebrei la posizione che ha assunto lui durante l'Olocausto e dopo... scherzava. Era un assurdo. Non può averlo pensato sul serio, perchè allora dove avrebbe trovato la raffinatezza di spirito con cui scriveva quei romanzi straordinari? É stato un rompicapo sgradevole per tutti noi e non ho mai capito perchè così tanti ebrei in buona fede si siano uniti alle schiere dei suoi sostenitori. Io andavo ogni volta su tutte le furie - «Ma no, no, no, è stato un grande artista e quindi gli va perdonato tutto...». Be', ho sentito usare questa scusa nel caso di Wagner finchè non mi è uscita dalle orecchie, e non ero disposto a sentirla più. Nei confronti di Sartre, naturalmente, provavo un'esasperazione di tipo diverso.

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