Vi presento il replicante di Céline, di Giovanni Raboni
Robert Poulet: "Il mio Céline", editore Sestante
Gli ammiratori di Céline (ormai tanto numerosi, sia detto fra parentesi, che chi lo e' da sempre resiste con qualche fatica alla snobistica tentazione di chiamarsi fuori, di rifiutare l' intruppamento) farebbero bene a non lasciarsi sfuggire un libretto appena pubblicato da un piccolo e assai vivace editore marchigiano, Sestante. Si tratta di Il mio Céline, prima traduzione italiana di un libro di Robert Poulet, uscito a Parigi nel 1958, ossia quando la "riabilitazione" dell' autore del "Viaggio al termine della notte" era appena agli inizi. Come racconta il curatore Massimo Raffaeli nella sua nota introduttiva, questo Poulet era un curioso personaggio, una specie di minicontrofigura di Céline: anche lui volontario nel ' 14, anche lui, negli anni Trenta, narratore della scuderia Denoel, anche lui, dopo la Liberazione, condannato a morte per collaborazionismo e successivamente amnistiato... Tutto questo (ma anche, indubbiamente, un buon talento letterario, che non so, non avendoli mai letti, fino a che punto abbia messo a profitto nei suoi romanzi) sembra averlo dotato di una sorprendente capacita' di mimesi dei modi stilistici ce' liniani, limitata peraltro e per fortuna ai momenti in cui Poulet interrompe le sue descrizioni e considerazioni per dare la parola allo stesso Céline. Ne risulta un Céline al quadrato, parlato e al tempo stesso scritto, un Céline dal vivo che tuttavia e' anche un Céline ricostruito, un personaggio da Museo Grévin. E si aggiunga, a render singolare e suggestivo il libretto (per il resto inevitabilmente superato, sia sul piano critico che su quello biografico, dagli studi usciti nel decenni successivi), l' evidente passione traduttoria di Raffaeli, in gara non solo con Céline e con il suo magnetofono vivente, ma anche con il piu' prolifico e iperbolico dei traduttori italiani di Cé line, Giuseppe Guglielmi, al quale il lavoro e' , non a caso, dedicato.
Pagina 24 (13 febbraio 1994) - Corriere della Sera
13 commenti:
il libro non l'ho letto ma sembra interessante, in compenso ho apprezzato, oltre ad Almèras, Céline e l'attualità letteraria della SE... invece banale e da evitare senza dubbio L'angelo sinistro di Fabrizio Roych
Grazie per i feedback!
Sui libri su LFC, dovrebbero essere interessanti anche:
Da Céline a Caproni (su Morte a Credito) di Benzoni, e Armonia delle forme, alchimia della lingua della Trovato.
Credo siano difficilmente reperibili...
Quello di Poulet lo presi illo tempore, interessante secondo me.
Un bel saggio sul nostro si trova nel vulume di Carlo Pasi "La comunicazione crudele" per Bollati Boringhieri. Ogni tanto mi tornano in mente, in questo marasma librario dove sono, e ve li posto.
Caro Anonimo/a,
averne un centesimo, della tua preparazione!
La voce e la traccia l'ho recuperato, stiamo lavorando per la Kristeva.
Metto in lista anche il Pasi, allora, facciamo felici i librai! ;-)
Grazie ancora,
Andrea Lombardi
d'accordo con voi che vedo come autorevoli, però alla fine penso che di Céline vadano letti soprattutto i suoi libri (anche se chi ha la fortuna di leggerlo in originale probabilmente apprezza un altro scrittore ancora). A rotazione mi piace leggere una sua opera, anche le minori. Ora, ad esempio, sto rileggendo Normance e devo dire che le riletture céliniane sono sempre sorprendenti
Autorevoli (almeno per me) è troppo! ;-)
Ad ogni modo hai straragione, Céline va letto e riletto.
Peccato che le sue opere sono già state tutte edite... o no?
Rimane "misteriosa" la frase di Lucette in questa intervista
http://lf-celine.blogspot.com/2008/02/lucette-almansor-e-rigodon.html
Eccola:
A: Sì. Gli sono stati sottratti almeno quattro o cinque manoscritti abbozzati, delle opere che erano al quarto o al quinto rimaneggiamento… la fine di Casse-Pipe, certamente, questo romanzo doveva essere completamente terminato, penso. Ma un gran numero di questi documenti riapparirà alla mia morte.
______________
Andrea Lombardi
Qui dove sono, di autorevole c'è solo il tavolo da lavoro :)
Un salto a trovare Madame Lucette lo farei, male che vada scioglie i cani.
E' probabile che dopo la sua morte tirino fuori qualcosa di inedito ma, non so, ho sempre pensato che l'unica opera valida di un autore sia solo quanto pubblicato in vita.
e poi Casse-pipe, che secondo me è un capolavoro assoluto, non poteva reggere. Credo che come tutte le folgorazioni poteva tenere a quella distanza lì; una settantina di pagine di magie sul cavo d'acciaio a 100 metri d'altezza, senza rete né fune di vincolo... (sebbene nella Trilogia del Nord Céline ci ha dimostrato che...)
Visto che ci siamo, cercate di trovare, nei remainder ovviamente, i libri di questo signore :
http://it.wikipedia.org/wiki/Stanis%C5%82aw_Ignacy_Witkiewicz
e per il rapporto tra pratica medica e scrittura, possibili analogie tra Céline, Benn e Michaux
nell'opera di ognuno, e tra loro. (Con Benn soprattutto)
acquistati I sottouomini e Mea culpa-Dolce rogna tarocca alla libreria Europa-Settimo sigillo. Chi si accontenta...
Merci pour le lien.
Juste une précision : il manque un T :
http://ettuttiquanti.blogspot.com
Per Sisyphus:
dai che si legge benissimo anche la copia! ;-)
e anche i Sottouomini è molto interessante...
Per EtTuttiquanti:
Pardon et merci bien!
Vorrei segnalarvi, qualora non li conosceste, i primi saggi monografici su Céline usciti in Italia ad opera di critici italiani di indubbio valore.
1) Paolo Carile "Louis-Ferdinand Céline - Un allucinato di genio", Bologna, Patron, 1969
2) Paolo Carile "Céline oggi" Roma, Bulzoni, 1974
3) Michele Rago "Céline" Firenze, Nuova Italia,1973.
4) Renato Della Torre "Céline" Milano, Mursia, 1979.
Mi riprometto prossimamente di inviare le scansioni delle copertine.
Un caro saluto ad Andrea.
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