Apprendiamo con dolore della morte di Nicole Debrie-Panel, avvenuta il 24 aprile 2020. Nata a Algeri nel 1928, originale figura di intellettuale, dedicò a Céline diversi libri, come il était une fois… Céline (1990), e Quand la Mort est en Colère. L'enjeu esthétique des pamphlets céliniens (1997). In quest’ultimo, scrive Éric Mazet, “Nicole Debrie stabilisce dei contatti tra Céline, Zola, Vallès e Claude Bernard. È contro la morte biologica che si batte Céline, per salvare una poesia organica. Il razzismo è una conseguenza, un a latere, non un dato d’origine nel pamphlettista. Certi studi sedicenti storici hanno cercato di commentare i pamphlet mettendoli in rapporto con l’estrema destra degli anni 30. Approccio assurdo che non chiarisce nulla. Céline scrive sempre in reazione a ciò che vede. Il Voyage lo mostra incontrando la guerra, le colonie, l’America. I pamphlet lo mostrano nell'incontro con la Sinistra e in reazione a essa. Il contesto storico è quello del Fronte Popolare, quegli anni dove la propaganda sovietica penetrava negli ambienti intellettuali in Francia come in America o Inghilterra. Lungi dal farsi propagandista dell’estrema destra, Céline denunciava il ruolo degli agitatori al soldo di Mosca. Come il termine “sfida” [del titolo] indica, si tratta di una disputa, di valori”[1]. Identificando quindi, in poche righe, l’essenza e la grandezza stessa dell’opera di Céline:
Céline si batte in nome della creazione, in nome della poesia, contro tutte le ideologie. Si batte contro una letteratura assorbita dalle imposture commerciali o ideologiche, con una rivendicazione fondamentale e ripetuta: la poesia autentica.
[1] “Le Bulletin célinien” n°357, novembre 2013, pag. 9.
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