"FRIGOLIBRI": recensioni di libri da leggere a cura di Vincenzo Sparagna, direttore di FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE
Con passione e finezza letteraria Dominique De Roux ci racconta gli ultimi anni del dottor Destouches, in arte Céline, prima in fuga per sottrarsi ai tanti che lo volevano morto, poi nel rifugio di Meudon, circondato dai suoi cani e curato da Lucette Almansor, la ballerina che per lui rinunciò a se stessa. Céline fu un vero maledetto. Dopo il Viaggio al termine della notte e altri capolavori, aveva infatti simpatizzato ingenuamente per Hitler e scritto nel 1938 Bagatelle per un massacro, un rabbioso libretto dove l’ebreo astratto, simbolo dell’odiato borghese, era visto come il male da estirpare dal mondo. Da ciò l’accusa di antisemitismo che dopo la guerra, con la scoperta dei campi di sterminio, lo fece apparire ingiustamente complice dell’olocausto: un tragico equivoco. In realtà il suo antisemitismo nasceva dal disprezzo per la società borghese, dallo schifo per gli intellettuali, finti idealisti dalla pancia piena. Ma non c’era modo durante il crollo della Francia di Vichy di chiarire alcunché. Così nel 1944, con Lucette e il gatto Bébert lasciò Parigi. Prima tappa: Sigmaringen sul Danubio. Qui riprese l’attività medica e curò gratis poveri e disperati. Poi, il 31 marzo 1945 passò il confine danese, ma venne arrestato e restò in carcere 14 mesi. Solo nel 1951, dopo l’amnistia, tornò in Francia e si ritirò a Meudon. Morì nel 1961. Tre anni prima, incuranti dell’ostilità dell’intellighenzia francese, due giovani fans americani erano giunti fino al suo eremo: si chiamavano Allen Ginzberg e William Burroughs.
Dominique De Roux - La morte di Céline
Lantana editore - pagine 132 - euro 16
(Recensione pubblicata su IL NUOVO MALE n.25, di novembre 2015)
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