Henry Miller, autore dello scandaloso Tropico del cancro dichiarò in più occasioni la sua ammirazione e il suo debito di formazione letteraria con le opere di Céline, citandolo, tra l’altro, in due delle sue lettere a Lawrence Durrell1:
21 novembre 1942
[…] Ho appena terminato di leggere Morte a credito di Céline. Stranamente mi ci sono voluti più di due anni. Ho bighellonato per le ultime duecento pagine. Splendido, feroce. Penso davvero che sia il più grande scrittore oggi in vita. Dopo aver sconfitto le potenze dell’Asse, dovranno battere Céline: ha più dinamite lui di quanto ne abbia mai avuta Hitler. È un odio continuo, e per tutta la razza umana; ma che allegria!
C’è un cadavere, verso la fine, che diverte più di una compagnia di comici. Una comicità che ti fa ghiacciare il sangue nelle vene, e che talvolta ti dà il voltastomaco. Procuratelo, Larry, ti tirerà su il morale. E forse a te piacerà ancora più che a me: il traduttore era inglese, e tutte le espressioni gergali sono in inglese britannico; per me è come leggere il turco. È molto buffo: immagina un francese che dice: “Fottiti!2”. […]
9 febbraio 1947
[…] Céline è a Copenhagen, in prigione, credo, e ha perso trenta chili. I francesi vorrebbero processarlo e immagino giustiziarlo, ma i danesi stanno cercando di salvargli la vita. Lui dice: “Come potete chiamarmi fascista o collaborazionista? Vi disprezzo tutti, non importa da che parte stiate”. Non sono le sue parole precise, ma il senso è quello. E posso proprio credergli. C’è stata una meravigliosa recensione del suo Les Beaux Draps scritta da un ebreo francese [sic], Milton Hindus3 (non Maurice), su un numero recente di “Angry Penguins”: dovresti leggerla, è proprio meravigliosa!
Insomma, a sentire Man Ray, gli esistenzialisti e i surrealisti stanno per iniziare la battaglua. Ma secondo me sono entrambi finiti. Due cadaveri che si azzuffano senza senso. Il mondo, mi sembra, vuole solo caffè, zucchero, strutto e indumenti caldi. La guerra ideologica è finita. Russia e America si stanno spartendo la terra. Non so ancora da che parte stia l’Inghilterra. Probabilmente si butterà con tutto il suo peso dalla parte del più forte. Ma se entriamo in guerra, stavolta non sono affatto sicuro della vittoria. Mi sembra proprio una situazione senza via d’uscita: l’Orso contro l’Aquila. […]
1 In Lawrence Durrell – Henry Miller, I fuorilegge della parola. Lettere 1935-1980, Milano 1991, pagg. 143-144 e 176-177. Un ringraziamento all’amico Maurizio Pansini per la segnalazione.
2 “bugger off!” (“vaffanculo!”, “levati dal cazzo!”), nel testo originale, NdC.
3 Come noto, Milton Hindus, autore della discutibile biografia di Céline The Crippled Giant, era statunitense, non francese, NdC.
2 commenti:
Stima e ammirazione non ricambiata da parte di Céline.
Grande sorpresa leggere Celine
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