Tra Céline e Ftm sugli scaffali della libreria
/dom 9 dicembre 2012
Ftm e Lfc vanno alla guerra. Nel primo acronimo rimbomba tutta l’esplosività creatrice del miglior Novecento italiano, nel secondo la profondità tagliente dello sguardo letterario europeo che trapassa da parte a parte la modernità. Céline e Marinetti. È difficile immaginare due personalità più distanti fra loro, se non per due ovvi punti in comune: il fatto di aver rivoluzionato il modo di scrivere e fare letteratura nelle rispettive lingue, di aver sottoposto a violenza il linguaggio natio per distillarne anche una sola goccia di realtà; e la scelta di parteggiare per il fronte uscito sconfitto dalla Seconda guerra mondiale oltre ogni convenienza, oltre ogni freddoloso buonsenso. Ma per il resto, fin troppe sono le differenze umane e letterarie fra i due. Il loro approccio alla guerra non sembra fare eccezione: nichilista, anarchico, antimilitarista, ostile a retorica e gerarchia il francese; arcitaliano, guerrafondaio, sbruffone, nazionalista convinto il fondatore del futurismo. Due libri usciti di recente per i tipi della genovese “Associazione culturale Italia”, tuttavia, mostrano tutti i limiti di etichette frettolose e divisioni troppo schematiche. Parliamo de “Il poema africano della Divisione 28 Ottobre” di Marinetti stesso e di “La prima vita di Céline – Il corazziere a cavallo Louis Destouches nella prima guerra mondiale,” di Andrea Lombardi. Si tratta di due eleganti volumi, imperdibili per i collezionisti di testi non conformi: il primo, in edizione limitata a 120 copie, è stampato su carta di pregio e ripresenta il testo futurista del 1937, la cui prima edizione è rarissima e molto ricercata dagli appassionati. Il secondo, invece, è una vera chicca: stampato nell’inedito formato 9×12 cm è un librettino da leggere in un sol boccone e presenta il Céline che non ti aspetti.
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