In uscita il 1° dicembre, una selezione delle lettere tra Céline e la sua fedele segretaria Marie Canavaggia. Grazie ad Harm Wulf per la segnalazione!
L'opera di Céline in brevi schede bibliografiche, estratti, notizie e interviste.
sabato 27 novembre 2010
domenica 21 novembre 2010
Vinicio Capossela e "Scandalo negli abissi"
sabato 6 novembre 2010
Céline, Lucette, Le Vigan e von Rundstedt
Tra i maggiori protagonisti della storia militare della seconda guerra mondiale (fu il comandante delle truppe tedesche sul fronte occidentale in Normandia e nelle Ardenne nel 1944), il Feldmaresciallo Gerd von Rundstedt (1875-1953) ha avuto anche una inusuale citazione letteraria in Rigodon, apocalittico resoconto delle peripezie di Louis-Ferdinand Céline nella Germania del 1945, stretta tra gli eserciti invasori e devastata dai bombardamenti. Céline, assieme alla moglie Lucette Almanzor, al loro gatto Bébert e all’amico e attore Le Vigan (La Vigue nel romanzo), incontrano il Generalfeldmarschall von Rundstedt sulla strada per Sigmaringen:
Qualcuno è entrato!... l’avevo visto male nell’auto, la Mercedes, adesso è lui, là, il maresciallo… Rundstedt… è solo… lo vedo da così vicino… incipriato, rugoso, ma niente rossetto alle labbra… tutti i vecchi al comando ci hanno del rossetto, non questo qui… […] Deve trovarci spassosi… per fortuna… che età ha?... la mia suppergiù… la mia, adesso… parla francese quasi senza accento, soltanto i “vous”, un po’ bruschi… Qua, adesso, si alza… “I miei omaggi, signora!” S’inchina. “Buona fortuna, amici!...” Per La Vigue e me… una piccola carezza a Bebert… e se ne va… il suo bastone sotto il braccio…
Qualcuno è entrato!... l’avevo visto male nell’auto, la Mercedes, adesso è lui, là, il maresciallo… Rundstedt… è solo… lo vedo da così vicino… incipriato, rugoso, ma niente rossetto alle labbra… tutti i vecchi al comando ci hanno del rossetto, non questo qui… […] Deve trovarci spassosi… per fortuna… che età ha?... la mia suppergiù… la mia, adesso… parla francese quasi senza accento, soltanto i “vous”, un po’ bruschi… Qua, adesso, si alza… “I miei omaggi, signora!” S’inchina. “Buona fortuna, amici!...” Per La Vigue e me… una piccola carezza a Bebert… e se ne va… il suo bastone sotto il braccio…
mercoledì 3 novembre 2010
Viaggio al termine della notte al Teatro Astra, Torino 10-14 novembre
Teatro Astra - Torino - -->10 novembre 2010 ore 19:00
Teatro Astra - Torino - -->11 novembre 2010 ore 21:00
Teatro Astra - Torino - -->12 novembre 2010 ore 21:00
Teatro Astra - Torino - -->13 novembre 2010 ore 21:00
Teatro Astra - Torino - -->14 novembre 2010 ore 18:00
VIAGGIO AL TERMINE DELLA NOTTE
Louis-Ferdinand Céline / Elio Germano / Teho Teardo
Durata: 50 min
Elio Germano, recentemente laureato a Cannes come migliore attore per il film di Daniele Lucchetti La nostra vita, legge il capolavoro di Louis-Ferdinand Céline con la musica dal vivo di Teho Teardo, accompagnato al violoncello da Martina Bertoni. Avvalendosi della straordinaria sensibilità interpretativa di Elio Germano, tra gli attori italiani più apprezzati e originali del momento, Teardo ripercorre musicalmente alcuni frammenti del Viaggio al termine della notte di Céline, restituendo in una partitura inedita la disperazione grottesca di questo capolavoro di scrittura che ritrova nuove possibilità espressive nell’incontro con archi, chitarra ed elettronica.Una fusione di sonorità cameristiche che guardano a un futuro tecnologico nel quale le immagini evocate dal testo interpretato da Germano si inseriscono nelle atmosfere cinematiche di Teardo, in un succedersi di eventi sonori e verbali dove la voce esce dalla sua dimensione tradizionale fino a divenire suono.Ed è in quel suono che Teardo crea un ambiente nel quale la voce di Germano può suggerirci nuove prospettive sulle disavventure di Bardamu e gli orrori della guerra, a contatto con una miseria morale prima ancora che umana.
Louis-Ferdinand Céline / Elio Germano / Teho Teardo
Durata: 50 min
Elio Germano, recentemente laureato a Cannes come migliore attore per il film di Daniele Lucchetti La nostra vita, legge il capolavoro di Louis-Ferdinand Céline con la musica dal vivo di Teho Teardo, accompagnato al violoncello da Martina Bertoni. Avvalendosi della straordinaria sensibilità interpretativa di Elio Germano, tra gli attori italiani più apprezzati e originali del momento, Teardo ripercorre musicalmente alcuni frammenti del Viaggio al termine della notte di Céline, restituendo in una partitura inedita la disperazione grottesca di questo capolavoro di scrittura che ritrova nuove possibilità espressive nell’incontro con archi, chitarra ed elettronica.Una fusione di sonorità cameristiche che guardano a un futuro tecnologico nel quale le immagini evocate dal testo interpretato da Germano si inseriscono nelle atmosfere cinematiche di Teardo, in un succedersi di eventi sonori e verbali dove la voce esce dalla sua dimensione tradizionale fino a divenire suono.Ed è in quel suono che Teardo crea un ambiente nel quale la voce di Germano può suggerirci nuove prospettive sulle disavventure di Bardamu e gli orrori della guerra, a contatto con una miseria morale prima ancora che umana.
Nello specchio della modernità, di Patrizio Paolinelli
Siamo felici di segnalare questo nuovo libro su LFC, in libreria tra due settimane, scritto dall'amico Patrizio:
Nello specchio della modernità
Fotoritratti di L-F Célinedi Patrizio Paolinelli
Bonanno Editore
Céline riesce nell’impresa non comune di conquistare lettori di opposto orientamento politico. Subito dopo li mette in crisi obbligandoli a scegliere fra etica ed estetica a causa dei suoi pregiudizi antisemiti, della sua xenofobia, della sua lotta senza quartiere contro il progresso e la ragione. Interrogarsi sull’autore del Voyage è dunque oggi di estrema utilità per comprendere quanto ancora il Novecento pesi sulla nostra esistenza sia come singoli individui che come collettività.
L’approccio adottato in questo libro è principalmente biografico e focalizzato sulla vita quotidiana. Ma da una prospettiva del tutto inedita: il rapporto di Céline con la civiltà delle immagini. Attraverso l’analisi del suo diario fotografico sono messe in luce le sue contraddizioni interiori e i motivi del suo disagio nei confronti della società moderna. Anche in questa circostanza lo scrittore è spiazzante: all’insofferenza fisica che manifesta dinanzi all’obiettivo fa da contrappasso un’eccellente capacità di gestire la propria immagine. Sorprendentemente emerge il ritratto di una soggettività vicina a quella di noi postmoderni e una controversa struttura del sentire che ne precorre molte delle inquietudini. La difesa dell’identità è una di queste e costringe Céline a riorganizzare simbolicamente il proprio sé ricorrendo a sofisticate strategie di inganno nei confronti del mondo e talvolta anche di se stesso. Esattamente come capita oggi a chiunque di noi. In definitiva il viaggio di Céline è anche il nostro e insieme dobbiamo ancora arrivare a destinazione (dalla 4a di copertina del libro).
Patrizio Paolinelli (Lucca, 1955). Ha insegnato sociologia in diverse università italiane. E’ giornalista pubblicista. Da alcuni anni si occupa del rapporto tra società e comunicazione.Numero di pagine: 232
Bonanno Editore
Céline riesce nell’impresa non comune di conquistare lettori di opposto orientamento politico. Subito dopo li mette in crisi obbligandoli a scegliere fra etica ed estetica a causa dei suoi pregiudizi antisemiti, della sua xenofobia, della sua lotta senza quartiere contro il progresso e la ragione. Interrogarsi sull’autore del Voyage è dunque oggi di estrema utilità per comprendere quanto ancora il Novecento pesi sulla nostra esistenza sia come singoli individui che come collettività.
L’approccio adottato in questo libro è principalmente biografico e focalizzato sulla vita quotidiana. Ma da una prospettiva del tutto inedita: il rapporto di Céline con la civiltà delle immagini. Attraverso l’analisi del suo diario fotografico sono messe in luce le sue contraddizioni interiori e i motivi del suo disagio nei confronti della società moderna. Anche in questa circostanza lo scrittore è spiazzante: all’insofferenza fisica che manifesta dinanzi all’obiettivo fa da contrappasso un’eccellente capacità di gestire la propria immagine. Sorprendentemente emerge il ritratto di una soggettività vicina a quella di noi postmoderni e una controversa struttura del sentire che ne precorre molte delle inquietudini. La difesa dell’identità è una di queste e costringe Céline a riorganizzare simbolicamente il proprio sé ricorrendo a sofisticate strategie di inganno nei confronti del mondo e talvolta anche di se stesso. Esattamente come capita oggi a chiunque di noi. In definitiva il viaggio di Céline è anche il nostro e insieme dobbiamo ancora arrivare a destinazione (dalla 4a di copertina del libro).
Patrizio Paolinelli (Lucca, 1955). Ha insegnato sociologia in diverse università italiane. E’ giornalista pubblicista. Da alcuni anni si occupa del rapporto tra società e comunicazione.Numero di pagine: 232
prezzo: 19 euro
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